Ronde padane in rampa di lancio. Ma senza la benedizione del governatore della Regione Giancarlo Galan. «L'istinto sono contrario, mi pare un'aspirina contro un male ben più serio. Certo non fanno male, ma non fanno guarire» sottolinea. Sono cento i volontari che sarebbero già pronti a scendere in strada, la Lega ne vorrebbe almeno mezzo migliaio per provincia. A cominciare dal Veneziano dove prende forma il coordinamento del Veneto Orientale. L'iniziativa tuttavia non convince il presidente della Regione. «Prima di parlare di ronde o di medici che devono denunciare i clandestini c'è da fare una premessa - spiega - ed è l'aumento impressionante di reati e violenze soprattutto a danno di donne, ragazze, giovanissime. Crimini in crescita e tra i più odiosi. Dobbiamo porci il problema di come risolvere la questione dei flussi migratori. Mi ritengo un politico ostile a ogni forma di razzismo e di discriminazione. Ma sarebbe da ciechi e da folli non vedere che proprio queste forme odiosissime di violenza, sono aumentate a dismisura a seguito di criminalità facilmente individuabile in extracomunitari ». Due le soluzioni per il governatore. «Processo immediato per chi è colto in flagranza di reato - dice - ed espulsione non appena finisce la detenzione. Poi bisogna mettere mano ai codici, perchè quelli tra i magistrati che sono capaci e onesti abbiano gli strumenti per operare. Le stesse comunità straniere del Veneto chiedono che i loro concittadini vadano in carcere nel loro Paese dove c'è certezza della pensa. Pensate a che disastro siamo». Galan non nasconde «preoccupazione per
l'insicurezza delle nostre città - spiega - È vero che il buonismo di certa sinistra e magistratura
fosse causa del radicarsi di alcuni reati. Ma non è solo questo. Non abbiamo ancora saputo affrontare e risolvere il problema dell'integrazione. Premesso questo d'istinto sono contrario alle ronde, è una cultura che non sopporto. Da liberale penso che lo Stato debba garantire libertà
e sicurezza. Di fronte al diffondersi di episodi di criminalità, bisogna però dire che è comprensibile la scelta delle ronde, ma non condivido l'eccesso di palliativi. È come prendere un'aspirina per curare una grave malattia. E qui si tratta di malattia seria. Siamo carenti in integrazione e nelle forme di repressione ». La Regione non ritiene efficace la costituzione di un albo degli “idonei” alle ronde.
«Vorrei che fossero gli apparati dello Stato a garantire la sicurezza - dice il governatore - altrimenti c'è il pericolo di esporli a rischi troppo grandi»
l'insicurezza delle nostre città - spiega - È vero che il buonismo di certa sinistra e magistratura
fosse causa del radicarsi di alcuni reati. Ma non è solo questo. Non abbiamo ancora saputo affrontare e risolvere il problema dell'integrazione. Premesso questo d'istinto sono contrario alle ronde, è una cultura che non sopporto. Da liberale penso che lo Stato debba garantire libertà
e sicurezza. Di fronte al diffondersi di episodi di criminalità, bisogna però dire che è comprensibile la scelta delle ronde, ma non condivido l'eccesso di palliativi. È come prendere un'aspirina per curare una grave malattia. E qui si tratta di malattia seria. Siamo carenti in integrazione e nelle forme di repressione ». La Regione non ritiene efficace la costituzione di un albo degli “idonei” alle ronde.
«Vorrei che fossero gli apparati dello Stato a garantire la sicurezza - dice il governatore - altrimenti c'è il pericolo di esporli a rischi troppo grandi»