RAZZISMO NEI BUS MUNICIPALI DI VERONA:
“GUARDA NEGRA P...,IO NON POSSO FARE L'AUTISTA DEI NEGRI”
È amareggiata e arrabbiata, Fatiha, marocchina 45enne, badante in regola, in Italia da 20 anni. Racconta con estrema lucidità l'episodio di cui è stata protagonista il 19 febbraio scorso, mentre stava viaggiando su
un autobus dell'Atv: spiega di essere stata pesantemente insultata dall'autista, che l'avrebbe più volte chiamata «negra p.....a», arrivando persino a lanciarle addosso una banana e a spingerla giù dai gradini del bus. Lui, che ieri l'ha contro denunciata, nega tutto. Mentre guidava, sentiva una donna che strillava al cellulare e ciò lo ha spinto a chiedere gentilmente di abbassare il tono della voce. Ma Fatiha replica decisa. «Mi si è avvicinato e mi ha detto: “Basta con questa lingua, se vuoi parlare questa lingua, vai al tuo paese” - continua la donna – ma io sto bene in Italia, io non mi sento straniera, ho vissuto qui metà della mia vita». Non sarebbe stata lei, quindi, ad aggredire il conducente, cercando di strappargli il maglione, come riferito da lui stesso. «A una fermata ha cercato di farmi scendere, ma io mi sono rifiutata, dicendo che volevo arrivare fino in stazione - prosegue la 45enne, assistita dall'avvocato Cristiano Pippa - poi, una volta arrivati a fine corsa, mentre stavo scendendo, mi ha detto: “Guarda, negra p.....a, io non posso fare l'autista dei negri” e mentre gli rispondevo qualcosa, mi ha spinto giù con un calcio, facendomi rotolare a terra». A testimoniarlo, il certificato medico per 15 giorni di malattia, oltre a due stranieri - un tunisino e un marocchino - che si trovavano alla fermata dell'autobus e che hanno assistito alla scena. La versione del conducente, tuttavia, è diametralmente opposta.
Lo si ricava anche dalle parole del presidente dell'Atv, Gianluigi Soardi. «Sono stupito e amareggiato per le accuse di razzismo rivolte a un nostro autista, quando in realtà a essere aggredito, accusato gratuitamente di razzismo e insultato, è stato proprio lui - è il commento di Soardi - per la nostra azienda, tutti i passeggeri sono uguali e vengono rispettati allo stesso modo». A scagliare una lancia in favore di Fatiha, è il figlio dell'anziano, di cui si occupa la 45enne marocchina. «Io non ho difficoltà a crederle, è una brava persona, si è sempre comportata in modo corretto - racconta il suo datore di lavoro - mio padre si è affezionato molto a Fatiha, in questi giorni continua a chiedere di lei, fa fatica a mangiare e parlare». Ma presto Fatiha tornerà a prendersi cura di lui, non ha alcuna intenzione di mollare e lancia una provocazione. «Con l'arrivo di Tosi, Verona è cambiata molto - conclude – si parla sempre degli stranieri, ma non sono solo gli stranieri a rubare, uccidere, picchiare. Anche molti italiani lo fanno». (ILVERONA)