7 agosto 2010

SCONTRI SUL TRAFORO

COLPO DI SCENA. Un’ordinanza del Tribunale firmata dal presidente Gilardi dà ragione a chi chiede il voto popolare sul passante Nord. Disappunto a Palazzo Barbieri
traforo, si riapre lo scontro sul referendum
Ritenuta non neutrale la commissione sulla salute, «che quindi non può sostituirsi al diritto alla consultazione». Il Comune: «Motivazioni palesemente infondate» 

Mercoledì 04 Agosto 2010
CRONACA, pagina 9

Si riaccende lo scontro sul traforo delle Torricelle fra comitati e amministrazione comunale

È come una tegola in testa, per il sindaco Tosi e l’assessore alla mobilità Corsi, l’ordinanza del Tribunale di Verona che, ancora una volta, dà ragione al comitato che chiede un referendum sul traforo delle Torricelle. Ma il collegio presieduto dal giudice Gianfranco Gilardi, presidente del Tribunale scaligero, infligge soprattutto una potente picconata sulla Commissione di esperti, con personalità indicate dall’Istituto superiore di sanità, istituita a fine maggio da Palazzo Barbieri. Il suo compito è stabilire se l’opera arrecherà danni alla salute della popolazione ed eventualmente indicare dei correttivi. Nelle intenzioni dell’amministrazione il lavoro di tale commissione dovrebbe prevenire la celebrazione della consultazione che, nell’unico quesito passato indenne al vaglio del Collegio dei garanti, chiede la creazione di un organismo super partes con questo compito specifico.
Per i giudici, tuttavia, quello nominato lo scorso 28 maggio dalla giunta comunale, non è un organo indipendente. «Ergo», traduce il comitato, «il referendum s’ha da farsi». Il Tribunale declassa la commissione ad «attività di consulenza commissionata dal medesimo ente che deve procedere ad indire la gara per l’aggiudicazione dell’esecuzione dei lavori». E argomenta: «Non può ritenersi che la commissione si collochi in una posizione di neutrale terzietà e di indipendenza rispetto all’amministrazione comunale». Tale iniziativa, si legge nell’ordinanza, «è stata posta in essere con l’esercizio di valutazioni discrezionali, con modalità che confermano una condizione di sostanziale disparità tra l’ente e il comitato promotore, rimasto estraneo all’iter procedimentale di nomina della commissione». La conclusione è tranciante: «L’iniziativa del Comune non può comunque sostituirsi al diritto alla consultazione referendaria».
L’ordinanza che dichiara «cessata la materia del contendere» è stata ovviamente accolta con soddisfazione dall’associazione Cittadini per il referendum presieduta dall’avvocato Carlo Trentini. «Il Comune», afferma Trentini, «aveva eccepito che l’interesse alla consultazione referendaria sarebbe comunque venuto meno a seguito alla nomina di una commissione di esperti. Orbene, per il Tribunale con la costituzione di detta commissione non può ritenersi accolta la richiesta di cui al quesito referendario. Infine, il Comune è stato, infine, e nuovamente, condannato a pagare le spese del procedimento». Trentini, infine, lancia «un appello alla cittadinanza affinché tutti coloro che ancora non hanno sottoscritto la richiesta di referendum si rechino a firmare». E fa sapere che «le operazioni di raccolta termineranno a ferragosto».
Di «tanto rumore per nulla» parla invece una nota di Palazzo Barbieri. «L’unica conseguenza giuridica e quindi pratica della pronuncia del Tribunale sulla vicenda», si legge nel comunicato, «è che dichiara cessata la materia del contendere e quindi non ha altri effetti al di fuori di questo procedimento, che viene dichiarato estinto, salvo il pagamento delle spese processuali, 3.000 da parte del Comune». La nota parla di «motivazioni palesemente infondate». Il Tribunale, si legge, «finge di ignorare che i componenti della Commissione sono stati designati dall’Istituto superiore di sanità, autorità che per la collocazione nell’ordinamento e le funzioni tecniche è certo in posizione di terzietà rispetto alle vicende del traforo e del referendum veronese. Tanto più», si sottolinea, «che anche il Comitato per il referendum ha riconosciuto la piena legittimazione della Commissione e la composizione della Commissione non è stata determinata dal Comune ma i nominativi sono stati insindacabilmente scelti dall’Istituto superiore di sanità». E.S.


L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Giovedì 05 Agosto 2010
PRIMAPAGINA Pagina 1

TELENOVELA. Durissima reazione del sindaco all’ordinanza che dà in sostanza ragione a chi chiede il referendum
Traforo:Tosi attacca i giudici e fa il sondaggio

«Il referendum sul Traforo? Non si farà, caso mai manderemo il conto al presidente del Tribunale di Verona, visto che il costo calcolato è di circa un milione di euro, soldi sottratti a spese più urgenti in un momento di gravi restrizioni». Il sindaco Flavio Tosi all’indomani di quella che definisce «sentenza ideologica senza capo, né coda» parte all’attacco della magistratura scaligera.Le sue sono dichiarazioni di una durezza senza precedenti e che sicuramente scaveranno un solco difficilmente colmabile nei rapporti istituzionali. Mentre il sindaco Flavio Tosi torna a ribadire la contrarietà della sua amministrazione ad un referendum, Palazzo Barbieri ha stanziato 22.500 euro per affidare alla società triestina Swg un sondaggio d’opinione sull’opera.





L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA


LO SCONTRO SUL traforo. Il presidente del Tribunale difende la sentenza duramente attaccata dal sindaco Tosi

«Applicata la legge, i cittadini hanno diritto al referendum»
Gilardi: «Se la commissione sulla salute è nominata dal Comune non si può definire super partes, neanche se ha i migliori esperti» 

Venerdì 06 Agosto 2010 
CRONACA, pagina 8


«Non saranno le accuse di essere “politicizzati”, formulate da questa o quella parte politica, che impediranno ai giudici, a Verona e altrove, di continuare ad essere soggetti solo alla legge». Ribatte così al sindaco Flavio Tosi, che aveva parlato di «sentenza ideologica senza capo né coda», il presidente del Tribunale di Verona Gianfranco Gilardi.
Si tratta del magistrato che aveva presieduto il collegio che ha emesso un’ordinanza che riafferma il diritto dei cittadini ad esprimersi con un referendum sul traforo delle Torricelle. Inoltre, la pronuncia della prima sezione mette in discussione la «terzietà» della commissione di esperti nominata dal Comune con il compito di valutare l’impatto dell’opera sulla salute dei cittadini. I membri della commissione erano stati indicati dall’Istituto superiore di sanità. Tosi aveva addirittura definito «grossolane sciocchezze» le valutazioni del giudice su questo organismo.
«Non è la prima volta», osserva Gilardi, «che i giudici, le cui decisioni non siano gradite all’una o all’altra parte del processo o a questa o quella parte politica, vengono accusati di essere giudici “politicizzati” e privi di imparzialità. Questo deprecabile costume», aggiunge, «è uno dei principali fattori di distorsione nella correttezza dei rapporti istituzionali, con la magistratura continuamente sotto attacco, e mira a sostituire gli interessi di parte e le pressioni politiche alle regole della giurisdizione».
Il magistrato replica a Tosi punto su punto. «Al sindaco occorre ricordare», sottolinea, «che il criterio di valutazione per il giudice non è il presumibile maggiore o minore gradimento delle proprie decisioni, ma la volontà della legge che il giudice è tenuto ad applicare anche quando tali decisioni possano non piacere. E occorre ricordare», continua, «che le ragioni per le quali il giudice ha ritenuto di assumere un provvedimento vanno rinvenute non nelle rappresentazioni, spesso rozze e strumentali, che ne vengono date, ma nella motivazione che egli ha l’obbligo di adottare».
Il magistrato entra nel dettaglio del provvedimento: «Dalla motivazione risulta, tra l’altro, che il referendum nelle amministrazioni comunali e provinciali è riconosciuto come diritto della collettività da precise norme di legge, che a questo tipo di consultazione fa esplicito riferimento lo statuto del Comune di Verona e che nel quesito referendario ammesso, allo scopo di valutare possibili conseguenze sulla salute dei cittadini, si faceva riferimento a una commissione di esperti “indipendente”, che non fosse cioè emanazione di una sola parte, e non ad una commissione di esperti, anche se sono i migliori, designata unilateralmente dal Comune.
Ovviamente», conclude il presidente del Tribunale scaligero, «il provvedimento del giudice può essere considerato erroneo o non condivisibile ed è diritto delle parti impugnarlo nelle forme e nei modi previsti dall’ordinamento giuridico».
Alle parole del sindaco replica anche Carlo Trentini, coordinatore dei Cittadini per il referendum: «È lecito non condividere le decisioni dei giudici, meno affermare, di fronte a decisioni non gradite, che i cittadini sarebbero legittimati a dubitare della terzietà di un giudice».E.S.


L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

SCONTRO ISTITUZIONALE. Il sindaco non ci sta e replica alle dichiarazioni del giudice Gilardi. Che riceve solidarietà dall’Anm

Traforo, Tosi lancia nuove accuse

«Il Tribunale non applica le leggi ma le interpreta a danno dell’amministrazione comunale»  

Sabato 07 Agosto 2010 

CRONACA, pagina 7


Il sindaco Flavio Tosi nei pressi di Poiano, nel punto in cui è previsto l’inizio a est ...
Non accennano a placarsi le polemiche sull’ordinanza con cui il Tribunale di Verona ha dato ragione ai promotori del referendum sul traforo delle Torricelle. Le pesanti critiche del sindaco Flavio Tosi si erano concentrate soprattutto sul fatto che la pronuncia della prima sezione presieduta dal giudice Gianfranco Gilardi, presidente del Tribunale scaligero, mette in discussione l’indipendenza della commissione di esperti indicati dal Consiglio superiore di sanità, nominata dal Comune con il compito di valutare l’impatto dell’opera sulla salute pubblica. La creazione di questo organismo è materia dell’unico quesito referendario sopravvissuto al vaglio del Collegio dei garanti del Comune.
A Tosi aveva replicato lo stesso Gilardi. «Il deprecabile costume di accusare i giudici di essere politicizzati e privi di imparzialità», aveva osservato, «è uno dei principali fattori di distorsione nella correttezza dei rapporti istituzionali». Gilardi aveva detto che il referendum è «diritto della collettività» la «commissione se nominata dal Comune non si può definire super partes».
Affermazioni che non sono piaciute a Tosi. «Il quesito referendario», dice una nota del sindaco, «per la Commissione richiede requisiti di “indipendenza” e “alto profilo", requisiti soddisfatti poiché l’Istituto superiore di sanità è indipendente dal Comune e lo stesso comitato referendario, con nota dell’avvocato Butti, aveva “accolto con estremo favore il coinvolgimento dell’Iss”».
Il sindaco sostiene inoltre che «i componenti non sono stati individuati dal Comune ma unilateralmente dall’Iss cui è stato chiesto di “comunicare” all’amministrazione comunale». «In questa vicenda, il Tribunale, equivocando sul concetto di indipendenza della Commissione non applica, ma interpreta più che estensivamente la legge contro l’amministrazione», continua Tosi, «aggiungendo per giunta parti del quesito referendario che non esistono se non nella mente creativa degli estensori dell’ordinanza. In questa vicenda il Tribunale di Verona non sta solo applicando la legge, ma la sta interpretando. E come diceva Giolitti, le leggi per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano...»
SOLIDARIETÀ. Esprime solidarietà al giudice Gilardi, invece il presidente della sezione di Verona dell’Associazione nazionale magistrati, Ernesto D'Amico, che parla di «infondatezza e gratuità delle affermazioni del sindaco Tosi». Aggiunge: «Ancora una volta si critica un provvedimento giurisdizionale con espressioni offensive e generiche ("sentenza ideologica senza capo nè coda", "grossolane sciocchezze", "sentenza... sballata")».
Il rappresentante dell’Anm censura «l’utilizzo di espressioni superficiali e offensive» e commenta: «I provvedimenti dei giudici possono e, se occorre, devono essere impugnati e criticati, ma ciò non deve risolversi in espressioni immotivatamente denigratorie e scorrette. Certamente è facile contestare così un provvedimento, ma ciò si risolve in un danno per i corretti rapporti tra le istituzioni, non consente ai cittadini di comprendere le questioni in gioco, riduce la dialettica civile a una discussione da bar».E.S

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