1 maggio 2010

Eccesso di potere, per non dire abuso...

L'Arena 
20/04/2010

Phone center, il giudice annulla pure la multa
CONTROLLI. Accolto il ricorso del titolare. Le indagini non erano di competenza dei vigili urbani


Verona. Annullata la multa di 1037 euro al phone center «Soumaya» di via Scuderlando a Verona, visitato il 2 agosto 2007 dai vigili urbani, accompagnati dal sindaco Flavio Tosi.
Il giudice di pace Cesare Rindone ha accolto il ricorso presentato dai legali del titolare Benhammed Bouchaib, gli avvocati Emanuele Luppi e Massimo Dal Ben. Il negozio era stato posto sotto sequestro dall'agosto 2007 fino al 6 settembre quando la Prefettura aveva tolto i sigilli pur confermando la multa.
Ora Bouchaib non dovrà più preoccuparsi nemmeno di quella sanzione perchè come scrive il giudice di pace nella sua decisione, la sua condotta non aveva violato il decreto Pisanu che, all'epoca regolava la gestione di questi punti telefonici. In base alla sentenza, i vigili urbani non potevano elevare quell'infrazione perchè non spettava a loro svolgere gli accertamenti. Il giudice Rindone ricorda nella motivazione della sentenza che «la competenza spetta in via esclusiva alla polizia postale...Ne deriva che il verbale redatto dalla polizia municipale..
risulta viziato da eccesso di potere». La relazione degli uomini in divisa di via Pallone, in realtà, ruotava, soprattutto, sull'irregolare iscrizione nel registro del negozio dei tre stranieri, presenti nel phone center il 2 agosto di tre anni fa durante il blitz di vigili urbani, sindaco, immortalato anche dalla tivù. «Le persone presenti nel locale», rivela ancora il giudice Rindone, «avevano tutte un codice identificativo che corrispondeva alla fotocopia del loro documento. In più esisteva un registro nel quale erano elencati tutti i precedenti accessi al 2 agosto 2007» dei 3 soggetti. Con questi documenti, erano soddisfatti «gli obblighi imposti ai titolari» dei phone center in base alle leggi all'epoca in vigore. Le fotocopie delle tessere, inoltre, rinvenute nel locale, «non erano assolutamente illeggibili», come sostenuto nel verbale dei vigili urbani. Anche perchè i documenti d'identità anche se non italiani hanno le stesse indicazioni che contengono le carte d'identità italiane. Il giudice, infine, segnala che «la mancata partecipazione della prefettura al dibattimento non ha consentito di acquisire ulteriori elementi di valutazione» del processo.
Con l'accoglimento del ricorso, infine, il magistrato ha ordinato la compensazione delle spese di giustizia tra il marocchino e la Prefettura.GP.CH.

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