1 maggio 2010

Metropolis under attack! Metropolis resiste.

Una città senza spazi di socializzazione e di incontro per i giovani, una città 'chiusa', chiude anche gli spazi che i giovani gestiscono con impegno e intelligenza...
 
Il comune, attraverso la sua polizia municipale (da sola?), minaccia la chiusura del metropolis.
In questi anni, il metropolis ha dimostrato di essere uno spazio attraversato in modi e forme molto diverse da soggettività varie: studentesse e studenti, precari giovani e meno, migranti. Tutte e tutti accumunate dal desiderio di cambiare in meglio, almeno un poco, questa città.
Verona è diventata negli anni la città modello del controllo sociale, dell'esclusione delle diversità, dell'ordine che sterilizza e prosciuga qualsiasi spinta creativa, dei divieti che vincolano e impediscono protagonismo e autoattività.
Al metropolis, al contrario, si prova a vivere di condivisione di pensieri e di pratiche, di autogestione e di messa in comune, di socialità non a pagamento e di divertimento creativo.
Doposcuola per bambini e bambine migranti e italian*, corso di italiano e alfabetizzazione informatica di free software per migranti e non, concerti e performance di musicisti e artisti, autoproduzioni, mostre d'arte e presentazione di libri, proiezioni, seminari di autoformazione. E poi iniziative per la conquista di una nuova cittadinanza, adeguata alla realtà che si sta vivendo: casa, reddito, libertà di movimento, opposizione alle nuove/vecchie forme di barbarie (dai Centri di Identificazione ed Espulsione alla guerra a cui l'Italia sta partecipando in Afghanistan, per fare due esempi).
Il metropolis è uno spazio in cui la rete della cooperazione sociale si espande senza il vincolo distruttivo del profitto.
Evidentemente a qualcuno questo da fastidio e, con il pretesto del regolamento, ne pretende la chiusura.
Per ora, noi proviamo a restare sui motivi: se lo spazio non è "adeguato" ad alcune nostre attività, è possibile che il Comune ce ne assegni uno consono? Dato che i concerti servono anche (non solo) a autofinanziare lo spazio, il Comune si offre di contribuire alle spese? Se apportiamo alcune modifiche che affrontano le carenze segnalateci, possiamo continuare con tutte le nostre attività?

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