14 febbraio 2010

"TRAFORO Il referendum come eccezione"

L'Arena

Domenica 14 Febbraio 2010 

LETTERE, pagina 25


Leggo quotidianamente il giornale "L’Arena". Giungeva in casa mia fin dagli anni della mia adolescenza e da allora mi ha portato ogni giorno notizie della mia città dove sono cresciuto e dove, da più di cinquant’anni, esercito il ministero sacerdotale. Una premessa che mi pare utile a comprendere perché scrivo; ciò che interessa la comunità civica di cui mi sento parte, interessa anche me. In questi ultimi tempi si parla molto di traforo che dovrebbe congiungere la Valpantena e la zona di Quinzano evitando, tale mi pare sia l’intento, la pesantezza del traffico in Veronetta, divenuto insostenibile. L’importanza dell’opera, la spesa onerosa, i problemi tecnici non sono cose da poco ed è comprensibile che vi siano opinioni divergenti. Il confronto libero di pareri non genera la verità ma è una buona strada per arrivarci.
Si è parlato di un "referendum" popolare per conoscere, nel modo più ampio possibile, ciò che pensano i cittadini. Se ho ben compreso, una prima proposta referendaria è risultata giuridicamente non ammissibile. Pare che se ne stia preparando un’altra. A proposito di quest’ultima sono rimasto colpito dall’affermazione di un amministratore civico, il quale ha affermato l’assoluta inutilità di un "referendum" per il fatto che i cittadini hanno votato alcune persone a reggere la cosa pubblica ed implicitamente significa che accettano quanto gli eletti decidono.
A questo punto il conto non mi torna più. E per due considerazioni estremamente semplici. Se la legge prevede la consultazione referendaria vuol dire che questa, un valore ed un significato li possiede. Inoltre penso che chi è stato eletto a reggere la cosa pubblica, non sia esente da scelte discutibili ed anche, talvolta, errate. Se una maggioranza ha scelto alcune persone, la stessa fiducia potrebbe essere confermata dal voto referendario. In un procedimento democratico e rispettoso di quanto la legge stabilisce per l’ammissibilità di una iniziativa referendaria, non vedo quali altri ostacoli vi si frappongano.
Quanto all’argomento dell’implicito consenso alle iniziative di una amministrazione liberamente eletta, credo ragionevole, dacché si tratta di persone pure competenti ma fallibili, prevedere che in talune circostanze del tutto straordinarie, sia corretto chiedere il parere dei cittadini.
Oppure siamo in uno spazio d’infallibilità?
Rino A. Breoni
Rettore di S. Lorenzo

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