L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
IL GIORNALE DI VERONA
Martedì 02 Febbraio 2010
CRONACA Pagina 15
FIAMME NELLA NOTTE. Appiccato il fuoco ai tre gazebi del «Caffèxte», che si affaccia sul cantiere del parcheggio
Piazza Corrubbio, incendio
doloso nel plateatico di un bar
Tra le ipotesi un atto vandalico oppure un avvertimento Il titolare: «Siamo gli unici a non aver ancora venduto»
A fuoco i tendoni del bar di piazza Corrubbio.
Un danno limitato, ma il gesto è grave.
Grave perchè quei tre tendoni che l’altra notte tra le 1.16 e le 1.39 (tempo di intervento dei vigili del fuoco) sono bruciati, di certo non si sono dati fuoco da soli.
Che l’incendio sia doloso è davvero probabile. Sul perchè di un atto simile spetta agli inquirenti indagare. L’atto vandalico è una delle piste che si stanno seguendo. L’altra notte sul posto oltre ai vigili del fuoco è intervenuta una pattuglia della polizia. Ma è l’ipotesi del vandalismo fine a sè stesso è la meno credibile.
Il titolare Luca Murari aveva messo in vendita il bar Caffèxte, che è in franchising. Gli incassi, da quando nella piazza sono iniziati i lavori in vista del parcheggio sotterraneo, sono diminuiti.
Ma gli unici a presentarsi con denaro contante per acquistare l’attività sono stati cittadini di origine cinese. E San Zeno è uno dei quartieri più «integralisti» della città. «Ho scoperto che avevano dato fuoco ai gazebo stamattina alle otto», spiega Elvana, la commessa, «quando sono arrivata ho visto la cenere a terra, e la struttura bruciacchiata, le sedie annerite, così ho chiamato la polizia che mi ha detto che nella notte era intervenuta».
E aggiunge: «Di certo i tendoni non si sono bruciati da soli. Qualcuno li ha incendiati e neanche si capisce da che parte s’è iniziato il fuoco. Ci sono alcune telecamere in zona, speriamo abbiano ripreso chi ha commesso l’attentato».
La barista qualche ipotesi la fa: «Noi eravamo l’unico bar che aveva mantenuto il plateatico durante i lavori, forse questo ha dato fastidio a qualcuno. Poi sappiamo che siamo stati criticati per il fatto di aver valu! tato l’ipotesi di vendere a cinesi l’attività. Ma se abbiamo bisogno di liquido perchè mancano gli incassi e gli unici che lo offrono sono i cinesi...beh la proposta va valutata, no?».
Un pensiero è stato fatto anche verso personale che era stato licenziato: «Qualcuno in effetti è stato mandato via», continua la barista, «ma perchè aveva sbagliato. Certo, tutto è possibile, ma come facciamo a sapere chi può aver fatto una cosa del genere?».
La donna comunque esclude che ci siano state minacce o richieste di denaro prima di questo gesto: «Non abbiamo mai ricevuto pressioni, o richieste di denaro. Davvero non sappiamo chi e perchè possa aver appiccato il fuoco».
Più propenso a un atto vandalico è invece Murari: «Secondo me era un gesto verso il cantiere che poi è sfociato da noi. Il plateatico c’è da quattro anni e non è mai accaduto nulla. Tra l’altro non sono assicurato perchè non si possono assicurare strutture non legate al bar, quindi non potevo farlo. Credo davvero che si tratti di qualcosa legato al cantiere e alla totale assenza di sicurezza che c’è in questa zona adesso. Poi se penso che siamo stati gli unici ancora a non aver venduto qualche ipotesi nella testa mi viene, ma è soltanto un pensiero veloce. Non c’è motivo perchè qualcuno possa avercela con noi».
Un danno limitato, ma il gesto è grave.
Grave perchè quei tre tendoni che l’altra notte tra le 1.16 e le 1.39 (tempo di intervento dei vigili del fuoco) sono bruciati, di certo non si sono dati fuoco da soli.
Che l’incendio sia doloso è davvero probabile. Sul perchè di un atto simile spetta agli inquirenti indagare. L’atto vandalico è una delle piste che si stanno seguendo. L’altra notte sul posto oltre ai vigili del fuoco è intervenuta una pattuglia della polizia. Ma è l’ipotesi del vandalismo fine a sè stesso è la meno credibile.
Il titolare Luca Murari aveva messo in vendita il bar Caffèxte, che è in franchising. Gli incassi, da quando nella piazza sono iniziati i lavori in vista del parcheggio sotterraneo, sono diminuiti.
Ma gli unici a presentarsi con denaro contante per acquistare l’attività sono stati cittadini di origine cinese. E San Zeno è uno dei quartieri più «integralisti» della città. «Ho scoperto che avevano dato fuoco ai gazebo stamattina alle otto», spiega Elvana, la commessa, «quando sono arrivata ho visto la cenere a terra, e la struttura bruciacchiata, le sedie annerite, così ho chiamato la polizia che mi ha detto che nella notte era intervenuta».
E aggiunge: «Di certo i tendoni non si sono bruciati da soli. Qualcuno li ha incendiati e neanche si capisce da che parte s’è iniziato il fuoco. Ci sono alcune telecamere in zona, speriamo abbiano ripreso chi ha commesso l’attentato».
La barista qualche ipotesi la fa: «Noi eravamo l’unico bar che aveva mantenuto il plateatico durante i lavori, forse questo ha dato fastidio a qualcuno. Poi sappiamo che siamo stati criticati per il fatto di aver valu! tato l’ipotesi di vendere a cinesi l’attività. Ma se abbiamo bisogno di liquido perchè mancano gli incassi e gli unici che lo offrono sono i cinesi...beh la proposta va valutata, no?».
Un pensiero è stato fatto anche verso personale che era stato licenziato: «Qualcuno in effetti è stato mandato via», continua la barista, «ma perchè aveva sbagliato. Certo, tutto è possibile, ma come facciamo a sapere chi può aver fatto una cosa del genere?».
La donna comunque esclude che ci siano state minacce o richieste di denaro prima di questo gesto: «Non abbiamo mai ricevuto pressioni, o richieste di denaro. Davvero non sappiamo chi e perchè possa aver appiccato il fuoco».
Più propenso a un atto vandalico è invece Murari: «Secondo me era un gesto verso il cantiere che poi è sfociato da noi. Il plateatico c’è da quattro anni e non è mai accaduto nulla. Tra l’altro non sono assicurato perchè non si possono assicurare strutture non legate al bar, quindi non potevo farlo. Credo davvero che si tratti di qualcosa legato al cantiere e alla totale assenza di sicurezza che c’è in questa zona adesso. Poi se penso che siamo stati gli unici ancora a non aver venduto qualche ipotesi nella testa mi viene, ma è soltanto un pensiero veloce. Non c’è motivo perchè qualcuno possa avercela con noi».
Stigmatizza il fatto Mao Valpiana: «Il Comitato Salviamo Piazza Corrubbio stigmatizza nella maniera più ferma ogni atto di vandalismo ai danni della piazza e dei commercianti. Conferma e rilancia la propria opposizione al parcheggio, che sarà sempre condotta alla luce del sole, con i metodi della nonviolenza».
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