17 novembre 2010

Tav a Verona, battaglia nazionale


L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Lunedì 15 Novembre 2010
CRONACA Pagina 7 

LE PRIORITÀ. Il sindaco: questo è un obiettivo comune condiviso con categorie e mondo della finanza per garantire lo sviluppo


Tosi: «Altro che Ponte sullo Stretto: mobilitazione generale per non perdere il treno. Sarebbe un disastro»

«Una mobilitazione generale, veronese, veneta e nazionale, per portare e realizzare in tempi possibilmente rapidi la Tav nel Nordest, vera priorità del Paese, altro che il Ponte sullo Stretto che neppure la Sicilia vuole». Parola del sindaco Flavio Tosi che dopo il convegno dell'altro giorno al centro Toniolo sul futuro della città mette a fuoco le priorità emerse e soprattutto il comune sentire registrato tra mondo della politica, dell'impresa e del lavoro e della finanza. Se è vero come dice il presidente di Confidustria Andrea Bolla che il primo obiettivo comune è quello di garantire ai veronesi e alle future generazioni che questo territorio rimanga fortemente competitivo e quindi abbia una concreta capacità di attrarre industrie, imprese, lavoro per creare e distribuire benessere, è chiaro che il primo passo è fornire il territorio stesso degli strumenti adeguati. E se si vuole garantire anche in futuro che le merci (oltre che le persone) continuino ad arrivare nei nostri distretti, si devono costruire reti ferroviarie adeguate e potenziare i collegamenti aeroportuali.
E se su questi obiettivi, che sono condivisi, ci sono progetti concreti da parte della politica che quindi è chiamata a fare la sua parte con responsabilità, innovazione e visione strategica, c'è la disponibilità a intervenire con risorse fresche sia da parte delle banche che della finanza e delle imprese come hanno confermato sia il vicepresidente vicario di Unicredit Luigi Castelletti (per il quale proprio le infrastrutture rappresentano la priorità assoluta), sia il presidente di Cattolica Paolo Bedoni sia i presidenti di Confindustria e Apindustria. «Sì, è vero, sulla Tav ho registrato la medesima grande preoccupazione da parte di tutti gli attori del sistema Verona», ha affermato! ieri il sindaco Flavio Tosi, «perché siamo consapevoli che se perdiamo il treno della Tav è un disastro per la nostra economia. Per questo dobbiamo mettere in piedi una battaglia fortissima per tutto il veneto affinché si lasci perdere il Ponte sullo Stretto e il sistema Paese dia la priorità alla Tav nel Nordest. Una battaglia nella quale dobbiamo coinvolgere anche Lombardia e Friuli perché un Corridoio 5 incompleto p inutile per tutti. Se noi siamo la porta verso l'Est europeo non possiamo permetterci che il Corridoio 5 venga sostituito dal corridoio parallelo che passa a nord delle Alpi».
Serve però una mobilitazione che coinvolga la Regione e i parlamentari. «Lo farò alla prima occasione: intendo chiedere sia all'assessore veneto Renato Chisso che al presidente Luca Zaia di mobilitare ancora di più la Regione su questo fronte e coinvolgerò i nostri parlamentari, perché il rischio che l'Unione europea ci! tolga i finanziamenti previsti è molto concreto. E devo dire che l'Europa farebbe bene: se le risorse ci sono e non vengono utilizzate è sacrosanto toglierle per destinarle altrove».
«Stiamo facendo», prosegue amaro Tosi, «una brutta figura, come quelle Regioni che noi tanto critichiamo perché hanno i finanziamenti e non li spendono». Una beffa per una città che ha già una piattaforma logistica internazionale come il Quadrante Europa e attende solo nuovi flussi di merci. «Noi stiamo lavorando per avere le merci dal Tirreno e da Venezia dove verrà attivata la piattaforma off shore per le navi container. Sarebbe paradossale avere nuove merci da trasportare e ritrovarci un sistema zoppo perché manca l'Alta capacità nel Veneto per arrivare poi al Brennero».
L'altro aspetto infrastrutturale è l'aeroporto: «È l'altra questione principale: qui va fatta una riflessione seria affinché; la volontà di Verona di tenere la maggioranza assoluta della società non diventi invece un limite allo sviluppo, allontanando i potenziali investitori dei territori vicini. Se vogliamo che l'aeroporto cresca dobbiamo trovare il modo che tutti sentano il Catullo come il loro aeroporto e per questo compartecipino al suo sviluppo».

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