12 agosto 2010

Referendum sul traforo, i comitati portano le firme

 
Corriere di Verona 
12 agosto 2010

Ne hanno raccolte oltre 9 mila, lunedì la consegna in Comune

VERONA — Lunedì sarà il giorno della presentazione delle firme a Palazzo Barbieri. Puntuali alle 8 del mattino, nonostante sia il giorno dopo Ferragosto, i rappresentanti dell’associazione «Cittadini per il referendum» e di chi in questi mesi si è prodigato per raccoglierle, consegnerà i plichi autenticati in Comune. Quota 7500 è stata raggiunta e superata, alla fine le firme dovrebbero essere quasi 9 mila, così come sono stati rispettati i tempi, tre mesi prevede il regolamento comunale, e le modalità di raccolta. Le firme dei residenti, infatti, sono state autenticate da notai, consiglieri comunali e provinciali, cancellieri e persone autorizzate che si sono resi disponibili e presenti in 160 appuntamenti per un totale di oltre 1400 ore di impegno volontario, fanno notare i referendari.

A questo punto la palla passerà nelle mani del collegio dei garanti che avrà 15 giorni di tempo per verificare l’autenticità delle firme raccolte e per decidere se l’iter per indire il referendum debba proseguire oppure no. «Noi auspichiamo - dice Alberto Sperotto, presidente del Comitato contro il traforo - che la polemica si fermi e che arrivi il buon senso. Siamo convinti che il referendum si debba fare così come previsto dal regolamento comunale che stiamo rispettando alla lettera». Dalla loro le associazioni hanno il pronunciamento del Tribunale di Verona della settimana scorsa. I giudici, infatti, hanno riconosciuto che la commissione voluta da Palazzo Barbieri e nominata dall’Istituto Superiore di Sanità non soddisfa la richiesta contenuta nel quesito referendario. Decisione che aveva scatenato l’ira del sindaco Tosi e che aveva dato vita ad un duro botta e risposta tra Comune e Tribunale. Ora spetterà agli avvocati che formano il collegio, il presidente Roberto Canevaro, Daniela De Petris e Giovanni Maccagnini, pronunciarsi sul da farsi. In realtà i tre avvocati, tutti espressione della maggioranza, già in giugno avevano sostenuto una posizione contraria a quella espressa dal Tribunale: il loro giudizio, quindi, è particolarmente atteso anche perché, se l’esito dovesse essere favorevole, lascerebbe pochi margini di manovra al sindaco che, tuttavia, rimane contrario alla consultazione. «Vedremo cosa decideranno i garanti - spiega l’assessore comunale alla Viabilità Enrico Corsi - anche se noi continuiamo a ritenere che l’istituzione della commissione risponda già al quesito del referendum. Spendere soldi in questo modo non sta né in cielo né in terra, ma se i garanti dovessero decidere a favore ci adegueremo. Se, invece, dovessero essere contrari, immagino già che il comitato farà ricorso». Fatto, per altro, confermato dall’avvocato Carlo Trentini, dell’associazione Cittadini per il Referendum, pronto a far valere la sentenza appena pronunciata dal Tribunale. «Se però - spiega Trentini - il collegio dichiarerà l’iter regolare, il fascicolo passerà al sindaco che non potrà far altro che individuare una data senza alcun margine di discrezionalità».

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