5 agosto 2010

Piazza Corrubbio, il parcheggio si fa.

L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA
Mercoledì 28 Luglio 2010
CRONACA Pagina 7

IL PARKING A SAN ZENO. Ospiterà 250 posti auto interrati. Sarà ultimato entro due anni. Verrà coinvolta anche via Da Vico

Scavi archeologici verso la conclusione. A settembre si aprono i cantieri per realizzare le fondamenta

La costruzione del parcheggio sotterraneo di piazza Corrubio sta per entrare nel vivo. Dopo lunghi mesi di sopralluoghi, studi prima e scavi archeologici poi, e dopo i molti ritrovamenti che hanno tenuto con il fiato sospeso sanzenati e veronesi tutti, cittadini e politici pro e contro il parcheggio, ora è iniziato il conto alla rovescia per la realizzazione dei 250 posti auto interrati.
Dalla prossima settimana, gli esperti dello studio archeologico Cipriani-Meloni, che si è occupato di trovare, catalogare e rimuovere i reperti per conto della Soprintendenza, ultimeranno il proprio lavoro all’interno del cantiere. Lasciando poi campo libero agli operai della ditta Rettondini, che ha in appalto la costruzione del parcheggio.
SOTTOSERVIZI. «A settembre inizieremo con la realizzazione dei sottoservizi e poi con le opere propedeutiche alla realizzazione vera e propria dei posti auto, come le fondamenta e gli elementi portanti», spiega il direttore dei lavori, l’architetto Graziano Gabaldo.
Da quando partiranno i lavori, il parcheggio sarà pronto in due anni, probabilmente meno. «Il nostro interesse, così come quello del quartiere e dei commercianti, è quello di chiudere il cantiere il prima possibile e di recuperare il tempo perso», assicura Gabaldo. «Difficile comunque preventivare una data ultima: se l’avessi azzardata due anni fa avrei sbagliato clamorosamente», ammette. «Le operazioni andranno avanti su più fronti e mentre da una parte si inizierà con i sottoservizi, dall’altra estenderemo il cantiere su via Da Vico, ora ancora intoccata. E procederemo a stralci per arrecare meno disagi possibile».
REPERTI. Sembra proprio che quanti ancora speravano di ritrovare nel sottosuolo della piazza qualche reperto archeologico di rilevanza tale da bloccare la costruzione del parcheggio dovranno ora rassegnarsi.
Anche le notizie che si sono succedute nelle ultime settimane, rimbalzate di bocca in bocca, relative al ritrovamento di un abside tanto importante da dover decretare ulteriori rallentamenti se non addirittura sancire lo stop ai lavori, sembrano infatti non essere fondate.
Ad assicurarlo sono sia l’assessore al traffico e al commercio Enrico Corsi che il direttore dei lavori Gabaldo. «Non ci sono novità in tal senso. La Soprintendenza si è mostrata molto collaborativa ed entro breve ci ha assicurato il proprio parere», spiega Corsi.
L’ASSESSORE. «Si tratta di leggende metropolitane, totalmente infondate. Il nostro lavoro è sotto gli occhi di tutti, Soprintendenza in primis. Fossimo in mezzo al deserto avremmo magari anche potuto occultare qualcosa. Ma qui siamo controllati a vista 24 ore su 24 e non solo dagli archeologi ma da un intero quartiere. E tutto si è svolto nella massima chiarezza e collaborazione tra le varie professionalità coinvolte a vario titolo nei lavori», puntualizza Gabaldo. Unica opzione, arrivati a questo punto, sarebbe il ritrovamento di una strada romana o di altre costruzioni negli strati più bassi del terreno, ora gli scavi hanno raggiunto una profondità di circa un metro e mezzo. Ma anche se così fosse, la ditta ha già espresso la propria disponibilità a ridimensionare il parcheggio a tutela di questi probabili reperti.
RISERBO. Nel cantiere, intanto, c’è il massimo riserbo su quanto è venuto alla luce durante questi scavi. La comunicazione del «tesoro» archeologico trovato spetta infatti solo alla Soprintendenza. Si sa però che sotto piazza Corrubio c’era una vera e propria necropoli, dato che in questi mesi sono state ritrovate circa 250 tombe. «Dagli studi preliminari effettuati anche con l’aiuto del georadar ci aspettavamo questi ritrovamenti. Ma non pensavamo fossero così tanti.
Questo, e il tempo che nei mesi invernali è stato inclemente, ci ha fatto perdere un bel po' di tempo ma finalmente ora ci siamo», spiega Gabaldo. Dai cinque mesi circa iniziali, il tempo dedicato alla fase di repertazione archeologica è lievitato infatti fino a toccare l’anno. Con buona pace anche dei residenti che denunciano la morte sociale del quartiere. E dei commercianti che ne piangono quella economica.

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