13 luglio 2010

IL TRAFORO? NON E’ PER I VERONESI: ECCO LE PROVE


Traforo, CIE, inceneritore di Ca’ del Bue, Centrale nucleare a Legnago. Il territorio veronese sembra rispondere a logiche e interessi che travalicano quelli della città scaligera.

12/07/2010. Il traforo delle Torricelle è un'opera infrastrutturale complementare al Traforo del Brennero. Lo dice l'emendamento 47 alla Manovra Tremonti firmato da Cinzia Bonfrisco (Pdl), Federico Bricolo (Lega) e Massimo Garavaglia (Lega) e approvato qualche giorno fa al Senato insieme ad un altro emendamento che porterà soldi per la tranvia. La prima cosa che viene in mente è che allora non è vero che il passante Nord è stato progettato soprattutto per alleggerire il traffico tra Porta Vescovo e Porta San Giorgio, per evitare l'esposizione allo smog in questa parte di Verona. E' vero invece, come ha scritto Giuseppe Brugnoli su L'Arena del 22 aprile, che il traforo è «Una vera e propria scorciatoia per rendere più corto e più agevole il transito delle colonne di tir dai porti dell'Alto Adriatico al centro Europa". Ma cosa dice i il paragrafo 47.4 della Finanziaria dopo l'aggiornamento? Dice che gli introiti per il Tunnel del Brennero "potranno essere usati da parte del concessionario per realizzare opere infrastrutturali complementari sul territorio di riferimento, opere che potranno essere anche urbane o consistenti in gallerie".
Sulla stampa locale l'Amministrazione comunale non si è mai espressa in questi termini e se lo ha fatto ha sempre minimizzato la realtà che qui appare in tutta la sua sconcertante gravità. Sì, perché avremo effettivamente un'autostrada in città e avremo un aumento dei casi di cancro, come dimostrano studi assai qualificati secondo i quali esiste una correlazione tra aumento del traffico e gravi patologie umane. Non è scientificamente dimostrato che esistano filtri, per quanto tecnologicamente avanzati, che garantiscano una protezione totale.
All'appello bipartisan che il sindaco Tosi aveva recentemente rivolto a tutte le forze politiche per chiedere a Roma i soldi da destinare a traforo e tranvia ha risposto anche Maria Pia Garavaglia (PD), secondo la quale quelli approvati al Senato «sono due emendamenti molto importanti per il nostro territorio... In Commissione è andata bene, speriamo che Tremonti inserisca questi due punti all'interno del maxiemendamento (Corriere di Verona, 11 luglio)». Ma allora qual è la linea del PD di Verona sulla questione traforo (ma anche sulla tranvia che in centro funziona a gasolio)? I veronesi non capiscono più nulla: ai banchetti per la raccolta delle firme pro referendum e contro il traforo trovano volontari e autenticatori facilmente riconoscibili come noti esponenti del PD scaligero e poi sui giornali leggono che altri esponenti del PD condividono le scelte fatte dall'Amministrazione Tosi su questi delicati temi.
In piena era leghista si sta profilando un quadro allarmante dove il territorio pare rispondere a interessi poco riconducibili a quelli della città scaligera. Si pensi al Cie per l’identificazione e l’espulsione degli immigrati che si vorrebbe a Verona e che stride con la bibbia del carroccio. Anche Ca' del Bue sembra rispondere a queste logiche: a due passi da San Michele e Borgo Roma, due quartieri assai popolosi dove la Lega ha fatto incetta di voti, si progetta un inceneritore in grado di bruciare molti più rifiuti di quanti ne produce Verona. Gli scopi? Uno è sicuramente quello di far arrivare il pattume dalle città vicine per vendere il servizio di smaltimento. Il prezzo? Quello per la gente è sicuramente la diossina, visto quanto sta accadendo in altre parti d’Italia con questo genere di impianti. Per non parlare dell’idea di costruire una centrale nucleare a Legnago.
Più si allarga il quadro e più si intravvedono le preoccupanti logiche di certe scelte, che possono sfuggire ad amministratori locali non all'altezza del loro compito. Ormai è sotto gli occhi di tutti che in Italia più aumenta il giro di interessi, più si finisce a parlare di comitati d'affari, corruzione e purtroppo anche di mafia.
Mentre stiamo cercando di dare una fisionomia e una storia alle sigle delle società in gioco per la realizzazione del traforo, ecco alcune domande: perché l'Amministrazione si appresta a varare la variante urbanistica e la successiva approvazione del progetto preliminare del Traforo senza attendere gli esiti dello studio che essa stessa ha affidato alla Commissione di esperti dell'Istituto Superiore della Sanità? Perché non è reso noto che tipo di studio è stato commissionato o si intende commissionare agli scienziati dell'ISS? Perché il sindaco Tosi non fa una dichiarazione nella quale si impegna ad agire conseguentemente a quanto indicato dagli esiti di questi studi?

Giorgio Montolli
www.verona-in.it

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