1 maggio 2010

PARADOSSI MONUMENTALI


Il monumento al crollo del Muro di Berlino, che l'Amministrazione comunale vuole posizionare in piazza Brà, pone tre ordini di problemi.

Problemi storici.
Qual è il significato che si vuole attribuire a questo monumento? Gli studiosi storici e gli analisti non hanno un'unica interpretazione delle vicende del 1989. Che il Muro sia caduto è un fatto: ma chi veramente l'ha fatto cadere? Qualcuno sostiene che sia stata l'implosione del regime sovietico. Qualcuno dice la vittoria del modello occidentale. Alcuni indicano nella Chiesa e in Papa Wojtyla i protagonisti principali, mentre altri individuano nella politica disarmista e di pace di Gorbaciov il motivo decisivo; c'è anche chi sostiene che gli attori principali siano stati i movimenti di resistenza civile nonviolenta dell'est, mentre altri ancora leggono il 1989 come il proseguimento del 1968, cioè la vittoria delle società aperte sulle società chiuse. Tutti, però, sono concordi nel valutare che il 1989 ha aperto la strada alla società globalizzata, con un unico sistema mondiale che di volta in volta viene definito post-industriale, post-ideologico, post-moderno, post-capitalista. Il crollo del Muro di Berlino, avvenuto il 9 novembre 1989, chiude il Novecento e apre un'epoca ancora sconosciuta, inaugurata l'11 settembre 2001 con l'attentato alle torri gemelle di New York. Finisce la guerra fredda, ma inizia la guerra infinita. Qualche filosofo della politica parla già di mondo post-globale, ma nessuno sa ancora indicare verso cosa ci dirigiamo.
A quale di queste diverse letture si ispira il nuovo monumento di Piazza Brà? Cosa vuole celebrare?

Problemi contestuali.
Molti monumenti cittadini sono ispirati da eventi della storia veronese o in cui sono stati coinvolti cittadini veronesi. I partigiani veronesi, i deportati veronesi nei campi nazisti, le pasque veronesi, poeti veronesi, santi veronesi; altri monumenti celebrano la storia nazionale che ha visto coinvolta anche la nostra città: il risorgimento, le due guerre mondiali, la liberazione.
Non si capisce, invece, quale sia il nesso tra il Muro e la nostra città.
Non c'è memoria, che si sappia, di qualche veronese morto fuggendo da Berlino est verso Berlino ovest, né Verona risulta mai essere stata oppressa da una dittatura comunista.
Molti altri eventi di portata storica meriterebbero di essere ricordati alla pari del Muro; e allora ci vorrebbe un monumento ai giovani caduti per la libertà in Piazza Tienanmen a Pechino, uno alle vittime dell'incidente nucleare di Chernobyl, uno per i desaparecidos delle dittature militari sudamericane, uno per ricordare la fine dell'apartheid in Sud Africa; uno per non dimenticare l'olocausto atomico di Hiroshima. E per non fare differenze, andrebbero installati tutti in Piazza Brà.

Problemi estetici.
Il monumento sarà costituito da un “finto” pezzo del Muro di Berlino, alto tre metri e largo due, di calcestruzzo, con finti murales dipinti. Pensavamo che la finta Venezia ricostruita a Las Vegas fosse il massimo del cattivo gusto, che da noi una simile oscenità non sarebbe mai potuta accadere. Ma ora avremo un pezzo di finta Berlino ricostruito a Verona. Inoltre, un ingombro di tal genere, posto nei giardini davanti alla Gran Guardia, impedirà la vista dell'Arena da quel lato della piazza. Ci chiediamo con quale disinvoltura la Soprintendenza abbia potuto dare il permesso per un'operazione così kitsch, mentre si polemizza anche sui colori pastello delle tende dei plateatici del Liston.

I monumenti sono la testimonianza dei valori che vogliamo lasciare ai nostri posteri. Ci vorrebbe più prudenza e lungimiranza, per non costringere la prossima generazione a rottamare i nostri.

Mao Valpiana

Verona, 25 aprile 2010




L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA


Martedì 27 Aprile 2010
CRONACA
Pagina 15

INTERVENTI. Fa discutere la nuova struttura progettata per la Bra

Sul «Muro» s’abbattono critiche e polemiche

Valpiana: «Non ha alcun senso» Le guide: «Farà irritare i turisti»

Il monumento al crollo del Muro di Berlino, che l'Amministrazione comunale vuole posizionare in piazza Bra, pone tre ordini di problemi. Lo sostiene Mao Valpiana (Verdi della Colomba) che si chiede:«Qual è il significato che si vuole attribuire a questo monumento? Gli studiosi storici e gli analisti non hanno un'unica interpretazione delle vicende del 1989. Che il Muro sia caduto è un fatto: ma chi veramente l'ha fatto cadere? Qualcuno sostiene che sia stata l'implosione del regime sovietico. Qualcuno dice la vittoria del modello occidentale. Alcuni indicano nella Chiesa e in Papa Wojtyla i protagonisti principali, mentre altri individuano nella politica disarmista e di pace di Gorbaciov il motivo decisivo; c'è anche chi sostiene che gli attori principali siano stati i movimenti di resistenza civile nonviolenta dell'est, mentre al! tri ancora leggono il 1989 come il proseguimento del 1968, cioè la vittoria delle società aperte sulle società chiuse. Tutti, però, sono concordi nel valutare che il 1989 ha aperto la strada alla società globalizzata»,
E, ancora, si chiede Valpiana, «cosa vuole celebrare questo monumento? Molti monumenti cittadini sono ispirati da eventi della storia veronese o in cui sono stati coinvolti cittadini veronesi. Non si capisce, invece, quale sia il nesso tra il Muro e la nostra città. Non c'è memoria, che si sappia, di qualche veronese morto fuggendo da Berlino est verso Berlino ovest. E poi molti altri eventi di portata storica meriterebbero di essere ricordati alla pari del Muro come, ad esempio, i giovani caduti per la libertà in Piazza Tienanmen a Pechino».
Il monumento sarà costituito da un "finto" pezzo del Muro di Berlino, alto tre metri e largo due, di calcestruzzo, con finti murales dipinti. «Pens! avamo che la finta Venezia ricostruita a Las Vegas fosse il ma! ssimo del cattivo gusto», commenta Valpiana. «Ma ora avremo un pezzo di finta Berlino ricostruito a Verona. Inoltre, un ingombro di tal genere, posto nei giardini davanti alla Gran Guardia, impedirà la vista dell'Arena da quel lato della piazza. Ci chiediamo come la Soprintendenza abbia potuto dare il permesso per un'operazione così kitsch, mentre si polemizza anche sui colori pastello delle tende del Liston».
Sulla vicenda del Muro interviene anche l’associazione degli accompagnatori e delle guide turistiche autorizzate Ippogrifo che in una nota commenta:«Dopo il muro dell'amore, il muro di BerlinTosi. Verona diventerà famosa non solo per i veri messaggi d'amore sui muri alla casa di Giulietta, ma anche per i falsi graffiti su un muro fasullo. Ci interessa sottolineare, come operatori del turismo, quanto incomprensibile sarà quel muro per gli stessi turisti, non solo tedeschi, che in visita a Verona chiederanno spiegazione d! i un simile capolavoro e quale collegamento vi sia con la città di Giulietta, a pochi metri dalla fontana che celebra il gemellaggio con Monaco».
E, sostiene la nota dell’Ippogrifo, «appena il turista svolterà l'angolo di corso Porta Nuova sarà respinto da una barriera di graffiti posticci; a seguire, il parcheggio taxi. Perfino Berlino è stata più discreta: solo brevissimi tratti del muro (vero), in alcune zone (non monumentali), esibiscono (e là giustamente) la memoria di quel che fu. L'allestimento teatrale in Bra sarà completato da alpini e jeep mimetiche del celebre scenografo Roberto Maroni»



L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA


Giovedì 29 Aprile 2010
CRONACA Pagina 8

MEMORIA/1. Il gruppo del Pd smentisce l’assessore Polato

«Il Consiglio non ha mai deciso
di alzare il Muro di Berlino in Bra»

Non si spengono le polemiche sul progetto comunale di alzare nei giardinetti della Bra il facsimile di una lastra del Muro di Berlino, in memoria «del totalitarismo liberticida dei regimi comunisti dell’Est europeo», ha solennemente spiegato l’assessore Polato, lanciandosi poi nel sillogismo: «Chi è contro questo monumento ha nostalgia di quei regimi».
Ci sarebbe da discutere su questo curioso concetto di nostalgia, visto che il Comune ri-alza ciò che la storia ha abbattuto (i nostalgici dovrebbero essere contenti, no?). E ha lasciato sgomenti più d’uno - Vittorio Sgarbi e Mao Valpiana, per esempio - questo progetto di caricare sulle spensierate aiuole della Bra il peso di un simbolo così drammatico e ancora problematico della storia recente. Che c’entra! poi con Verona? è la domandadi molti.
Non è finita. A frenare lo slancio ideologico dell’assessore Polato arriva anche una nota del gruppo consiliare del Pd. «È assolutamente falso che il Consiglio comunale sia mai stato chiamato a decidere né la realizzazione né tantomeno la posa in piazza Bra del monumento alla caduta del Muro di Berlino», si legge. «Pazienza che a sostenerlo sia il sindaco Tosi che in Consiglio si vede proprio pochino; peggio che a farlo sia l'assessore Polato che fino a poco tempo fa aveva anche la delega ai rapporti col Consiglio. Tutto quello che il Consiglio è stato chiamato a discutere a partire dal 2007 sono stati tre ordini del giorno, presentati annualmente da consiglieri di maggioranza, che si limitavano a ricordare la data del 9 novembre 2009 e a invitare il Sindaco a farsi promotore nelle scuole della conoscenza dei fatti storici legati al muro di Berlino. Tanto è vero che la stessa de! libera di Giunta che ha deciso di innalzare il Muro non fa nes! sun riferimento a decisioni consiliari».




CONTRIBUTI

Su il Muro di Berlino in Piazza Brà...

Semplice: si vuole fare un monumento alla caduta del comunismo,  innalzando un nuovo muro dopo i tanti simbolici già innalzati da questa amministrazione e dalle altre sue pari. Non è un caso che per celebrare la /caduta/ di un muro se ne voglia  tirar su un altro! Così finiremo murati vivi

Ciao,

valeria ghidoli



E PER QUALE MOTIVO NON SI DOVREBBE PENSARE
ALL' ISTALLAZIONE DEL VERGOGNOSO MURO DI PALESTINA?

Giorgio M. Bellini

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