Martedì 12 Gennaio 2010
CRONACA Pagina 15
AMBIENTE E CULTURA. Tra opportunità da sfruttare e contraddizioni
Dai musei al Pat alla viabilità: ecco la «ricetta» di Massignan
Opportunità da sfruttare e contraddizioni da risolvere. La sezione veronese di Italia Nostra, associazione per la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale, fa una «radiografia» agli interventi sulla città programmati dall'amministrazione Tosi. E propone alcune alternative, raccolte in un documento: a esporle, in occasione della cena sociale, il presidente della onlus Giorgio Massignan.
«La nostra città, da almeno 15 anni, è priva di una reale pianificazione del territorio», esordisce. «Di volta in volta sono stati proposti, e per fortuna quasi mai realizzati, progetti slegati da una visione complessiva. Chiediamo si metta in atto un'analisi preventiva delle potenzialità della città, la quale, oltre ai settori terziario e agroalimentare, possiede la grande vocazione al turismo».
MUSEI. Questo settore, per il quale Verona si colloca ai primi posti su scala nazionale, non si può ridurre «a una palpatina alla statua di Giulietta o a un giro nei parchi di divertimento». Primo passo, nella visione di Italia Nostra: stendere un piano regolatore per la valorizzazione degli edifici monumentali, compresi quelli militari. «E creare, inoltre, un percorso museale che dalla Gran Guard ia si snodi verso il Maffeiano e Castelvecchio, quest'ultimo trasformato in un unico grande museo grazie al trasferimento della parte militare a palazzo Gobetti, da salvare dalla vendita». E l'Arsenale «non va sminuito portandovi uffici».
UNIVERSITA'. Un richiamo al complesso della Passalacqua: «Un'occasione imperdibile», dice Massignan, «per creare un campus universitario tra i migliori in Italia, con alloggi per studenti e docenti, spazi per la ricerca e i convegni, foresteria, impianti sportivi dedicati all'ateneo. E non, invece, quel minestrone che è stato progettato».
PAT. Il motto ! di Italia Nostra, quando si parla di urbanistica, è «porre un limite alle nuove costruzioni e recuperare le esistenti». Continua Massignan: «Ricordiamo che a Verona ci sono circa 10 mila appartamenti sfitti: ipotizzando una media di tre inquilini ciascuno, potrebbero ospitare 30mila persone». Ci sono poi gli edifici del demanio militare: «In città abbiamo cinque caserme, acquistabili dal Comune per essere adibite, una volta ristrutturate, a edilizia economica popolare. L'obbiettivo, in tal caso, è riportare in centro coppie giovani con bambini». Non si risparmiano le critiche al progetto per le ex Cartiere, «collocate in una zona tra due "tappi", via Basso Acquar e viale Piave, dove un centro commerciale e direzionale, con sale cinematografiche, concentrerebbe migliaia di auto».
VIABILITA'. Dulcis in fundo, «il traforo delle Torricelle», conclude Massignan, «che com'è stato già stimato, toglierà al centro solo il 30% del traffico, asciugherà le risorse economiche per il futuro e comporterà la cessione di zone di compensazione in Valpantena, convertendo zone agricole in edificabili. Invece, andrebbe rivisto completamente il sistema di trasporto pubblico». L.CO.
Opportunità da sfruttare e contraddizioni da risolvere. La sezione veronese di Italia Nostra, associazione per la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale, fa una «radiografia» agli interventi sulla città programmati dall'amministrazione Tosi. E propone alcune alternative, raccolte in un documento: a esporle, in occasione della cena sociale, il presidente della onlus Giorgio Massignan.
«La nostra città, da almeno 15 anni, è priva di una reale pianificazione del territorio», esordisce. «Di volta in volta sono stati proposti, e per fortuna quasi mai realizzati, progetti slegati da una visione complessiva. Chiediamo si metta in atto un'analisi preventiva delle potenzialità della città, la quale, oltre ai settori terziario e agroalimentare, possiede la grande vocazione al turismo».
MUSEI. Questo settore, per il quale Verona si colloca ai primi posti su scala nazionale, non si può ridurre «a una palpatina alla statua di Giulietta o a un giro nei parchi di divertimento». Primo passo, nella visione di Italia Nostra: stendere un piano regolatore per la valorizzazione degli edifici monumentali, compresi quelli militari. «E creare, inoltre, un percorso museale che dalla Gran Guard ia si snodi verso il Maffeiano e Castelvecchio, quest'ultimo trasformato in un unico grande museo grazie al trasferimento della parte militare a palazzo Gobetti, da salvare dalla vendita». E l'Arsenale «non va sminuito portandovi uffici».
UNIVERSITA'. Un richiamo al complesso della Passalacqua: «Un'occasione imperdibile», dice Massignan, «per creare un campus universitario tra i migliori in Italia, con alloggi per studenti e docenti, spazi per la ricerca e i convegni, foresteria, impianti sportivi dedicati all'ateneo. E non, invece, quel minestrone che è stato progettato».
PAT. Il motto ! di Italia Nostra, quando si parla di urbanistica, è «porre un limite alle nuove costruzioni e recuperare le esistenti». Continua Massignan: «Ricordiamo che a Verona ci sono circa 10 mila appartamenti sfitti: ipotizzando una media di tre inquilini ciascuno, potrebbero ospitare 30mila persone». Ci sono poi gli edifici del demanio militare: «In città abbiamo cinque caserme, acquistabili dal Comune per essere adibite, una volta ristrutturate, a edilizia economica popolare. L'obbiettivo, in tal caso, è riportare in centro coppie giovani con bambini». Non si risparmiano le critiche al progetto per le ex Cartiere, «collocate in una zona tra due "tappi", via Basso Acquar e viale Piave, dove un centro commerciale e direzionale, con sale cinematografiche, concentrerebbe migliaia di auto».
VIABILITA'. Dulcis in fundo, «il traforo delle Torricelle», conclude Massignan, «che com'è stato già stimato, toglierà al centro solo il 30% del traffico, asciugherà le risorse economiche per il futuro e comporterà la cessione di zone di compensazione in Valpantena, convertendo zone agricole in edificabili. Invece, andrebbe rivisto completamente il sistema di trasporto pubblico». L.CO.
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