A Radiopopolare, 1 dicembre 2009
Dai giornali di ieri e dell'altro ieri si apprende che si è conclusa la trattativa tra Comune di Verona e le Banche relativamente alla vicenda del Polo Finanziario e dei palazzi storici.
Il Comune cede Palazzo Forti, Palazzo Gobetti. Palazzo Pompei e si riprende i terreni davanti alla Fiera. Palazzo Forti resta come Galleria d'Arte Moderna.
Tutti contenti, pare. Però, però.... la cosa non convince più di tanto.
Anzi il giro dei milioni non convince affatto.
Vediamo di riassumere.
Tempo fa il Comune di Verona, in accordo con Cariverona, Cattolica Assicurazioni e Banco Popolare, decise che Verona dovesse avere il suo Polo Finanziario un luogo cioè dove concentrare attività finanziarie, bancarie. assicurative e di programmazione tecnologicamente avanzata addirittura in concorrenza con la City di Milano e a tal scopo predispose gli strumenti urbanistici necessari e ne individuò il sito di fronte alla Fiera.
Banche e Assicurazioni acquistarono i terreni e privati e imprese prepararono i progetti e il Comune incassò i soldi, circa 36 milioni.
Succede però che alcuni dei soggetti, Popolare e Cattolica, a causa di decisioni sbagliate e poco chiare, perdano un sacco di soldi tanto da dover ridurre personale e sportelli e le loro azioni crollano, in pratica restano “in braghe di tela” e, così, per loro, l'idea del Polo svanisce e, insieme con Cariverona, chiedono al Comune di riavere i soldi.
Il Comune stranamente non fa una piega. Dice che va bene ma soldi non ne ha e allora riprende slancio l'idea di vendere i suoi palazzi storici per restituire i soldi, anzi, ad un certo punto, decide che invece dei soldi è meglio dare direttamente i palazzi a Cariverona che poi si combinerà con Popolare e Cattolica.
I cittadini (alcuni) si pongono una domanda: perché il Comune si è sentito obbligato a restituire i 36 milioni?
A rinunciare all'iniziativa erano state le Banche, non il Comune che aveva rispettato gli impegni . Perciò il Comune poteva tenersi i soldi. E che le Banche e le Assicurazioni si arrangiassero!
Invece no, il Comune accetta di restituire i soldi. Perché?
Può darsi che mi sfugga qualcosa di importante però faccio questa domanda (da Radio popolare e anche su “L'Arena” ) e più volte, da un anno a questa parte e non ho ancora sentito, o letto, spiegazioni convincenti mentre quando si tratta dei soldi dei cittadini le spiegazioni non solo devono esserci ma devono essere, appunto, del tutto convincenti.
Se le risposte non sono assolutamente convincenti siamo autorizzati a pensare il peggio.
E allora ripropongo la domanda: perché dobbiamo pagare noi?
Ora parliamo di altri soldi, sempre nostri comunque.
L'altro ieri i giornali veronesi mettevano in bella vista l'assessore Di Dio che con altri comprimari reggeva la fotocopia, di due metri per uno, di un assegno di 35 mila euri che il Comune di Verona ha elargito alla parrocchia dei Santi Apostoli per concorrere alle spese per la riparazione del tetto e dei muri lesionati.
Un mese prima c'era stata una analoga foto con analoga compagnia, eccetto il cambio di assessore, il regionale Giorgetti invece del comunale Di Dio, e la fotocopia di un assegno, di 200 mila euri anche questa di due metri per uno, tipo lenzuolo, stanziati dalla Regione.
Negati alla discrezione e gonfi di boria populista, uomini pubblici ostentano generosità con i soldi altrui anche quando sarebbe il caso, prima di elargire soldi nostri, di capire bene chi ha provocato il danno e chi, perciò, dovrebbe pagare.
Infatti in molti pensano che il danno alla chiesa sia stato provocato dalle ruspe che, a pochi metri di
distanza, hanno scavato una voragine per un parcheggio sotterraneo e, all'inizio, tutti i giornali davano per certa questa spiegazione poi, con il passare delle settimane, questa ipotesi è scomparsa mano a mano che si veniva a sapere che l'impresa degli scavi per il garage era la stessa che ha vinto la gara per il traforo sotto le Torricelle. Potenza del cemento armato!
Domanda : perché dobbiamo pagare noi?
In Consiglio Comunale qualcuno ha chiesto spiegazioni?
Da tempo immemorabile a casa mia ai primi di dicembre si fa il Presepio. Ateo, continuo a farlo perché racconta una bella storia. Una storia buona. Le statuine, (i “personaggi”), di artigianato povero, sono vecchissime, rovinate, scheggiate, lisciate da numerose mani soprattutto di bambini.
A Natale, resisterò con tutte le mie forze quando il sindaco Tosi, e il comandante dei vigili urbani, con al seguito le cineprese di Telearena e Telenuovo, verranno a casa mia per procedere all'espulsione degli extracomunitari clandestini Gesù Giuseppe e Maria.
Chiudiamo in allegria.
Con in mano i volantini per difendere il crocefisso nelle scuole, un attivista della Lega si è fatto scappare una serie di bestemmie durante una discussione con un passante e agli agenti spiegò che era arrabbiato perché aveva perso il lavoro. Speriamo che faccia un pensierino su come mai ha perso il lavoro e sul perché la sua Lega non parla mai dei problemi del lavoro ma solo di crocefissi, di bandiere, di clandestini e di ronde.
Il Comune cede Palazzo Forti, Palazzo Gobetti. Palazzo Pompei e si riprende i terreni davanti alla Fiera. Palazzo Forti resta come Galleria d'Arte Moderna.
Tutti contenti, pare. Però, però.... la cosa non convince più di tanto.
Anzi il giro dei milioni non convince affatto.
Vediamo di riassumere.
Tempo fa il Comune di Verona, in accordo con Cariverona, Cattolica Assicurazioni e Banco Popolare, decise che Verona dovesse avere il suo Polo Finanziario un luogo cioè dove concentrare attività finanziarie, bancarie. assicurative e di programmazione tecnologicamente avanzata addirittura in concorrenza con la City di Milano e a tal scopo predispose gli strumenti urbanistici necessari e ne individuò il sito di fronte alla Fiera.
Banche e Assicurazioni acquistarono i terreni e privati e imprese prepararono i progetti e il Comune incassò i soldi, circa 36 milioni.
Succede però che alcuni dei soggetti, Popolare e Cattolica, a causa di decisioni sbagliate e poco chiare, perdano un sacco di soldi tanto da dover ridurre personale e sportelli e le loro azioni crollano, in pratica restano “in braghe di tela” e, così, per loro, l'idea del Polo svanisce e, insieme con Cariverona, chiedono al Comune di riavere i soldi.
Il Comune stranamente non fa una piega. Dice che va bene ma soldi non ne ha e allora riprende slancio l'idea di vendere i suoi palazzi storici per restituire i soldi, anzi, ad un certo punto, decide che invece dei soldi è meglio dare direttamente i palazzi a Cariverona che poi si combinerà con Popolare e Cattolica.
I cittadini (alcuni) si pongono una domanda: perché il Comune si è sentito obbligato a restituire i 36 milioni?
A rinunciare all'iniziativa erano state le Banche, non il Comune che aveva rispettato gli impegni . Perciò il Comune poteva tenersi i soldi. E che le Banche e le Assicurazioni si arrangiassero!
Invece no, il Comune accetta di restituire i soldi. Perché?
Può darsi che mi sfugga qualcosa di importante però faccio questa domanda (da Radio popolare e anche su “L'Arena” ) e più volte, da un anno a questa parte e non ho ancora sentito, o letto, spiegazioni convincenti mentre quando si tratta dei soldi dei cittadini le spiegazioni non solo devono esserci ma devono essere, appunto, del tutto convincenti.
Se le risposte non sono assolutamente convincenti siamo autorizzati a pensare il peggio.
E allora ripropongo la domanda: perché dobbiamo pagare noi?
Ora parliamo di altri soldi, sempre nostri comunque.
L'altro ieri i giornali veronesi mettevano in bella vista l'assessore Di Dio che con altri comprimari reggeva la fotocopia, di due metri per uno, di un assegno di 35 mila euri che il Comune di Verona ha elargito alla parrocchia dei Santi Apostoli per concorrere alle spese per la riparazione del tetto e dei muri lesionati.
Un mese prima c'era stata una analoga foto con analoga compagnia, eccetto il cambio di assessore, il regionale Giorgetti invece del comunale Di Dio, e la fotocopia di un assegno, di 200 mila euri anche questa di due metri per uno, tipo lenzuolo, stanziati dalla Regione.
Negati alla discrezione e gonfi di boria populista, uomini pubblici ostentano generosità con i soldi altrui anche quando sarebbe il caso, prima di elargire soldi nostri, di capire bene chi ha provocato il danno e chi, perciò, dovrebbe pagare.
Infatti in molti pensano che il danno alla chiesa sia stato provocato dalle ruspe che, a pochi metri di
distanza, hanno scavato una voragine per un parcheggio sotterraneo e, all'inizio, tutti i giornali davano per certa questa spiegazione poi, con il passare delle settimane, questa ipotesi è scomparsa mano a mano che si veniva a sapere che l'impresa degli scavi per il garage era la stessa che ha vinto la gara per il traforo sotto le Torricelle. Potenza del cemento armato!
Domanda : perché dobbiamo pagare noi?
In Consiglio Comunale qualcuno ha chiesto spiegazioni?
Da tempo immemorabile a casa mia ai primi di dicembre si fa il Presepio. Ateo, continuo a farlo perché racconta una bella storia. Una storia buona. Le statuine, (i “personaggi”), di artigianato povero, sono vecchissime, rovinate, scheggiate, lisciate da numerose mani soprattutto di bambini.
A Natale, resisterò con tutte le mie forze quando il sindaco Tosi, e il comandante dei vigili urbani, con al seguito le cineprese di Telearena e Telenuovo, verranno a casa mia per procedere all'espulsione degli extracomunitari clandestini Gesù Giuseppe e Maria.
Chiudiamo in allegria.
Con in mano i volantini per difendere il crocefisso nelle scuole, un attivista della Lega si è fatto scappare una serie di bestemmie durante una discussione con un passante e agli agenti spiegò che era arrabbiato perché aveva perso il lavoro. Speriamo che faccia un pensierino su come mai ha perso il lavoro e sul perché la sua Lega non parla mai dei problemi del lavoro ma solo di crocefissi, di bandiere, di clandestini e di ronde.
Giorgio Bragaja
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