7 dicembre 2009

L'Arena

Domenica 06 Dicembre 2009
CRONACA Pagina 16


LA QUERELLE DI VIA PRATO SANTO.
Per l’ammenda di quasi 149 euro


«Il Comune sbaglia, lo dice Napolitano»

Valpiana: «Mi aspetto l’annullamento della notifica per l’occupazione abusiva di suolo pubblico»

Procede su due binari paralleli, che prima o poi finiranno per incontrarsi, la vicenda dell’occupazione abusiva di un metro e diciassette centimetri di suolo pubblico nei Giardini di via Prato Santo da parte di Mao Valpiana. Da un lato, infatti, la burocrazia comunale, che si sente evidentemente supportata dal consenso del potere politico cittadino, impietosamente ha avviato la procedura coattiva - che come spiega il dizionario significa che «obbliga con la forza» - per riscuotere le contravvenzioni inflitti al pacifista dei Verdi della Colomba quando lasciò nel piccolo giardino un paio di sedie per protesta contro l’eliminazione delle panchine che vi erano antecedentemente, ordinata dal sindaco Flavio Tosi. Dall’altra la Presidenza della Repubblica, cui Valpiana aveva segnalato il caso, proponendo un ric orso straordinario, gli ha comunicato, per mano del funzionario Michele Maria Morabito, la trasmissione degli atti al ministero dell’Interno. «Al riguardo», scrive il Quirinale, «ricordo che la procedura prevede una fase istruttoria da parte del ministero competente per materia che provvede, altresì, a richiedere il parere al Consiglio di Stato, sulla base del quale è adottato il provvedimento finale».
«Per una strana coincidenza», commenta Valpiana, «per lo stesso fatto ricevo una “bocciatura” da Tosi e una “promozione” da Napolitano. A scuola mi hanno insegnato che “ubi maior, minor cessat” (quando c'è il maggiore, il minore cessa di aver importanza): cioè il parere del presidente della Repubblica prevale su quello del sindaco. Mi aspetto Quindi», dice ancora, «che egli sospenda il procedimento di riscossione coattiva di 148,79 euro in attesa del parere definitivo del presidente della Repubblica. Se non altro per non copri! rsi di ridicolo».
E preannuncia che non solo chiederà anche «l'autorevole intervento del Difensore civico», ma che se non ci fosse un ripensamento, si avvarrà «di mezzi di tutela ulteriore, sia per l'annullamento del provvedimento che per la valutazione del carattere persecutorio e lesivo dei miei diritti che lo stesso assumerebbe».

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