5 aprile 2009

TOSI CACCIA I BARBONI DAL CENTRO

La protesta dei «beati costruttori di interni», che ricostruiscono un salotto nel «salotto buono» della città Il sindaco leghista fa ripulire la città dai clochard. Sgomberati in una notte dai vigili
Evidentemente non rientrano nella sua idea di città perfetta, dove non esiste alcun tipo di crisi, tutto è pulito e oliato a dovere, non si vede (in quanto represso sul nascere) alcun segnale di dissenso, nemmeno quello esistenziale. Così, gli ultimi a fare le spese delle ossessioni di decoro securitario del sindaco Flavio Tosi e della sua maggioranza sono stati i senzatetto, romanticamente detti clochards.


Che comunque, nelle attenzioni del sindaco e della polizia municipale, sono buoni ultimi. Vengono dopo gli sprovveduti che mangiano panini per la strada, gli accattoni soprattutto se rom, i venditori ambulanti di bevande (niente alcolici in alcune zone della città), i clienti delle prostitute, i fumatori o fumatrici nei parchi giochi comunali, gli sbombolettatori di schiuma a Carnevale e i graffittari o meglio, come dicono qua, gli imbrattatori. Finora i barboni che dormono nelle piazzette del centro storico, sotto i portici del Cortile Mercato Vecchio e del cortile del Tribunale, a due passi da piazza Erbe e dalla "casa" di Giulietta, riposavano relativamente tranquilli. Qualche controllo dei vigili ogni tanto, magari un improvvisato "rondista" che aveva alzato il gomito che andava a disturbarli ma c'era la sicurezza dell'arrivo dei volontari della "Ronda della carità", l'associazione che da anni si occupa di portare una coperta e un pasto caldo a chi dorme per la strada. Casi come quello del barbone bruciato a Rimini qui non ce ne sono stati, almeno negli ultimi anni, anche se molti in città ricordano l'assassinio del "Crea", uno degli storici vagabondi senzatetto morto ammazzato in una serata alcolica da uno dei tanti bravi ragazzi (beccato solo dieci anni dopo l'omicidio) che circolano da queste parti. Oppure i vigili della giunta Sironi, ormai più di dieci anni fa, che rubavano nottetempo le coperte ai senzatetto stranieri sotto la pensilina della stazione dei bus di piazza Isolo (ora demolita), o i gruppetti di fascistelli che distribuivano ogni tanto non pasti caldi ma botte. Anni fa, si diceva. Ma dalla settimana scorsa tutto è cambiato. In una notte la polizia municipale ha sgomberato i malcapitati, "opera di dissuasione" l'ha definita il sindaco Tosi e, a quel che si è capito, l'opera continuerà finché anche l'ultimo non sarà sparito dal centro. La Caritas, che gestisce direttamente un centro di accoglienza con una cinquantina di posti ma che in realtà ha delega dal Comune per la gestione dell'accesso a dormitori e centri di accoglienza, ha preso posizione chiedendo all'amministrazione innanzitutto un locale in centro con un bagno agibile per accogliere queste persone - visto che uno dei problemi sarebbe, sempre parole di Tosi, "la latrina a cielo aperto" alimentata dai soggetti in questione (ma dove sono i bagni pubblici?) - e poi l'istituzione di un tavolo di coordinamento tra enti e associazioni per risolvere la situazione. L'Arci locale ha protestato perché in questa città non si può essere poveri. Il sindaco ha risposto snocciolando una serie di dati sull'assistenza sociale fornita dal Comune, sostenendo che i posti nei dormitori ci sono e ha sferrato un attacco inaudito ai volontari della ronda, che con la loro attività attirerebbero i barboni in città. Non quelli nostrani ma gli stranieri, «persone dai comportamenti incivili e aggressivi che utilizzano le opportunità offerte dal nostro sistema assistenziale-caritativo per vivere meglio la loro situazione di inoperosa irregolarità». Ed ecco qua, il pranzo è servito. Ma stavolta in tanti non accettano l'invito e la stampa locale si riempie di lettere di associazioni e cittadini indignati.Ieri sera i "beati costruttori di interni", in prosecuzione delle azioni dei "beati costruttori di panchine", che qualche mese fa posarono sedili in un giardinetto da cui erano stati tolti, hanno ricostruito un salotto nel "salotto buono" di Tosi e riportato il problema nei giusti canali: «Sgomberi fittizi e toni pesanti - hanno detto - un forte attacco al mondo del volontariato, messo sempre davanti quando si parla di Verona città fascista e razzista. Politiche non casuali, una campagna elettorale permanente per portare l'opinione pubblica a concentrarsi sulle sciocchezze, come se i problemi della città fossero i barboni che dormono in centro. Non la devastazione del territorio, la spartizione dei poteri forti, la gente licenziata, gli sfrattati, l'esternalizzazione dei dipendenti comunali e infine, per i senzatetto, la totale mancanza di centri diurni».
di Paola Bonatelli

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