3 gennaio 2009

I MALESSERI SOCIALI DI VERONA

Il tuffo del sindaco...
e i tuffi quotidiani della gente comune

Silvino Gonzato Sabato 03 Gennaio 2009 - L'Arena di Verona
«La notizia che il sindaco Tosi ha rispettato la tradizione tuffandosi nel Garda per salutare l’anno nuovo», scrive la Olga, «è stata accolta al baretto con diversi stati d’animo. Il Bocaònta ha commentato che mentre si riservano tante attenzioni a un sindaco che si tuffa nel lago una volta all’anno, sia pure nella stagione meno adatta, vengono ignorati quanti, come noialtri, e sono decine di milioni, sono costretti a tuffarsi nella m... ogni giorno dell’anno, sia feriale che festivo, facendo pure la faccia di chi è contento perché ci potrebbe essere qualcosa di peggio della m.... e non sia mai che, se ci lamentiamo, non ci tocchi quel qualcosa di peggio, cioè la mancanza di m....» «Brào», gli ha detto il mio Gino che doveva ancora smaltire la bàla del cenone e si era sistemato, con altri avventori, su quello che al baretto chiamano "il binario morto", cioè la fila di tavolini ai quali siedono quelli che, per riprendersi dai troppi litri brusàti, li si vede fare su e zo con lo spaghetto del sacchetto del te dentro la tazza di acqua calda». Il cinese Tan detto Tano ha invece elogiato Tosi paragonandolo a Mao, il Grande Timoniere, che nuotava nel Fiume Giallo e ha aggiunto che al baretto, invece di lamentarsi, dovrebbero baciarsi le mani perché a quei tempi in Cina tale era la scarsità di cibo che mancava del tutto la m...(che poi sarebbe "il peggio" paventato dal Bocaònta) e nessuno poteva quindi tuffarvisi, mentre chissà cosa avrebbe dato per poterlo fare. La Beresina, che stava scopando e faceva alzare le gambe agli avventori per passarci sotto la scoa e questi lo facevano volentieri, ha chiesto se Berlusconi, quando invita all’ottimismo, non pensi per caso alla differenza tra i cinesi di allora e gli italiani di adesso. «Credo di sì», le ha risposto il ragionier Dolimàn «perché finché c’è m... c’è speranza». «Al baretto c’erano anche Manuel e Daisy, la coppia di morosetti che passano ogni tanto a prendere un caffè d'orzo e hanno da tempo familiarizzato con gli avventori, entrando anche nelle loro discussioni ma facendo fatica a uscirne. La Daisy sosteneva che il tuffo di Tosi nel lago tra le anaréte sténche dal giàsso è stato "'na roba da sbrego" perché fare il sindaco oggi non è più un mestiere da "fighette" e i cittadini apprezzano non chi sa amministrare (coi schei degli altri sono capaci tutti) ma chi dimostra di sapersi buttare nelle fontane, nel lago e, se capita, anche nel mare. Il Manuel, pur con altre parole, ha espresso lo stesso concetto, aggiungendo anche i pozzi. Il mio Gino, quando è tornato a casa mi ha detto che i giovani non capiscono un’ostia».

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