8 gennaio 2009

I NAZISKIN DI VERONA TORNANO A COLPIRE



SABATO NOTTE: PESTAGGIO DI
MATRICE FASCISTA IN
CENTRO CITTA'



«Mi hanno colpita al volto con un posacenere, impugnato da uno degli aggressori». Francesca, 30 anni, studente universitaria, ha i segni evidenti sul viso dell’aggressione di sabato notte. Quel colpo in viso le ha spaccato il setto nasale e cosa ben più grave, le ha provocato un grave danno all’occhio sinistro con il rischio di perdere la retina. Ieri è stata sottoposta ad un controllo oculistico in ospedale e il quadro clinico sembra essere leggermente migliorato anche se non ci sono ancora risposte definitive sull’uso dell’occhio. La vittima parla attraverso il suo legale, l’avvocato Lorenzo Picotti e rivela i dettagli di quell’aggressione subita nelle prime ore di domenica. La giovane ha già sporto la querela nella quale racconta l’aggressione subita in via Alighieri. «Verso mezzanotte, sono entrati nel Caffè Posta in una quindicina», spiega la giovane, «e hanno iniziato ad intonare cori razzisti di chiara matrice nazista». Uno di loro indossava una maglietta dell’Hellas. Francesca e la sua compagnia sono rimasti scioccati di quegli slogan scanditi da quel gruppo di giovani. Non c’è stata, però, alcuna reazione di Francesca e amici che sono usciti dal locale, sistemandosi in via Alighieri vicino al bar. La quindicina di supporter del Verona, però, hanno continuato a cantare quegli slogan scandalosi anche fuori dal locale, una volta che il titolare l’ha chiuso. L’aggressione è partita una volta che c’è stato un commento ovviamente di condanna di un amico di Francesca. «Era una frase detta tra noi», precisa la vittima, «non ci siamo rivolti a loro». Ma tanto è bastato, rivela ancora Francesca per scatenare l’ira della quindicina di giovani. «Hanno preso di mira chi aveva commentato quei cori e hanno iniziato a pestarlo, ho tentato di difenderlo ma uno di loro, senza tanti scrupoli, impugnando un posacenere sistemato su una mensola fuori dal bar, mi ha colpito al viso». La giovane è caduta per terra e dal naso ha iniziato sanguinare. Subito dopo, c’è stato il fuggi fuggi generale. «L’aggressione è durata pochissimo», ha raccontato ancora la giovane. Sul posto, avvisati da un amico di Francesca, è arrivata subito la camionetta dei militari, accompagnati da un carabiniere e subito dopo è arrivata anche la polizia. Degli aggressori, però, non c’era più alcuna traccia. «Li ho visti in faccia», conclude Francesca, «e so sicuramente riconoscerli così come faranno i miei amici. Ora voglio solo che fatti come questi non passino sotto silenzio».GP.CH. (l'Arena)





Verona. «Si tratta di un caso molto simile alla vicenda Tommasoli». Il procuratore Mario Giulio Schinaia inquadra subito il fatto di sangue verificatosi sabato notte in piazza Viviani. Il filo dell'intolleranza, nella nostra città continua a dispiegarsi e a mietere nuove vittime delle violenze. Questa volta, sono in tre i giovani aggrediti nell'incrocio tra le vie Cairoli, Dante Alighieri e piazza Viviani, vicino al caffè Posta. È riaccaduto in centro, già teatro di altre aggressioni simili con tanto di inchiesta avviata nel giugno 2007 contro 17 giovani e ancora inspiegabilmente aperta. Con modalità molto simili, è avvenuto anche l'omicidio di Nicola Tommasoli avvenuto nella notte tra il 30 aprile e il 1. maggio. A inquadrare questo nuovo episodio, è il procuratore Mario Giulio Schinaia: «Si tratta di una vicenda che è oggetto di una particolare attenzione perchè non è una banale zuffa ma di qualcosa di molto simile alla vicenda di Tommasoli». Un aggressione, continua il procuratore, «nata dal pretesto di fare a pugni anche se la mentalità rimane la stessa».Il copione si è, quindi, ripetuto nella notte tra sabato e domenica e sulla vicenda stanno indagando la Squadra mobile e la Digos, coordinati dai dirigenti Giampaolo Trevisi e Luciano Iaccarino. Indagini molto serrate con l'obiettivo di concluderle il prima possibile per assicurare i responsabili alla giustizia. L'ipotesi di accusa parla di lesioni gravi. Ad avere la peggio, infatti, la trentenne Francesca A.: ha ricevuto un colpo all'occhio e rischia di perdere la retina. Dopo un ricovero lampo, le è stata prescritta una prognosi di trenta giorni e da qui è partita l'accusa di lesioni gravi. Sono stati colpiti a suon di calci e pugni altri due giovani che hanno riportato ferite guaribili, però, in meno di venti giorni. Si parla anche di un oggetto contundente, lanciato durante il parapiglia ma su questa circostanza gli investigatori non hanno raggiunto alcuna certezza. Gli investigatori stanno ascoltando i testimoni, mostrando loro le foto segnaletiche di chi potrebbe aver commesso l'ennesimo assalto in centro. «Stiamo ricostruendo la dinamica del pestaggio» affermano in questura. Aggressione? Semplice lite finita con una scazzottata? Gli investigatori rinviano ogni considerazione ad indagine conclusa. E il finale di questa inchiesta sembra essere molto vicino così come l'individuazione dei responsabili.D'altro canto, agli investigatori il materiale non manca di certo. Era una ventina i giovani che si trovavano durante la tarda serata di sabato al caffè Poste di Piazza Viviani, angolo via Alighieri, gestito da Ivo Spada. Stavano festeggiando un compleanno.

Verso mezzanotte, secondo un testimone, presente al momento dell'aggressione, sono arrivati un'altra decina di giovani, frequentatori della curva sud del Bentegodi. Il gruppo avrebbe intonato subito dei cori tra i più alla moda in curva sud. Uno slogan volgare, rivela un testimone. Canzone di chiaro stampo politico con riferimenti nazisti? «Lo stiamo appurando», è la risposta che arriva dalla questura. Qualsiasi coro sia stato intonato, però, non è stato digerito molto bene dai giovani, soprattutto ragazze, che si trovavano in quel momeno nel bar. La decina di tifosi dell'Hellas sono poi usciti in via Alighieri e lì il battibecco è continuato. Si è così passati dalle parole ai fatti. Uno dei supporter gialloblu avrebbe sferrato un pugno in faccia ad un giovane della compagnia nella quale c'erano anche due amici con i capelli rasta. Il motivo del contendere sarebbe stato anche la lunghezza dei capelli colorati di alcuni avventori dei bar. Subito dopo, è stata colpita la ragazza con un posacenere impugnato da uno dei supporter gialloblu. Dopo l'aggressione, c'è stato un fuggi fuggi generale in varie direzioni. Ci sarebbe stata poi un'altra colluttazione vicino al bar Malta davanti alle vetrine del negozio Sportland dove sono state trovate alcune gocce di sangue. Ad avere la peggio un amico delle due vittime che ha riportato ferite lievi. L'aggressione sarebbe così finita con l'arrivo delle Volanti della polizia che hanno setacciato subito tutto il centro senza, però, trovare i responsabili.
Giampaolo Chavan (dal sito L'Arena)


(Apcom) - Verona ancora teatro di violenza, anche stavolta con un'aggressione in pieno centro storico. Si stanno setacciando gli ambienti della tifoseria ultras veronese e dell'estrema destra.
Il pestaggio è avvenuto in città tra sabato e domanica scorsi fuori da un bar, per un banale alterco tra giovani. I gruppo aggredito stava festeggiando un compleanno quando è stato preso di mira da un gruppo di una decina di ragazzi. Sono iniziati gli 'sfottò' sfociati poi in violenza, sono volati calci e pugni. A farne le spese una coppia, un ragazzo e una ragazza, che hanno riportato lievi lesioni e una giovane che è stata ricoverata all'ospedale e poi dimessa per un sospetto danno alla retina e una prognosi di trenta giorni.
La ragazza di 29 anni anni, a quanto si apprende, è stata colpita al volto da un posacenere che le ha rotto il setto nasale provocandole danni all'occhio sinistro. L'episodio fa tornare alla mente l'omicidio di Nicola Tommasoli, il primo maggio del 2008, pestato per avere rifiutato un sigaretta. Un caso simile, quest'ultimo, fortunatamente con esiti meno tragici.
Il massimo riserbo viene mantenuto dalla Digos della Questura di Verona che sta battendo tutte le piste. Ma si indaga anche negli ambienti dell'estrema destra e della tifoseria ultras veronese. Gli investigatori stanno ascoltando i testimoni per individuare i responsabili dell'aggressione anche con foto segnaletiche e telecamere.

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