Intervista della Redazione di Veramente.org ad Alberto Sperotto. Chiariamo un paio di cose che il Bugiardello cerca sistematicamente di confondere.
- Quanto costa ad oggi il traforo?
L’ultima bozza di convenzione, approvata dalla giunta il 13 gennaio, parla di 436milioni. Lo studio di fattibilità del comune di Verona parlava di 280 e Technital, l’ATI che ha vinto la gara per la scelta del promotore, indicava circa 290.
Prima delle elezioni, Corsi, dopo un sopralluogo al tunnel di Mori, disse che il traforo sarebbe costato meno dei 52 milioni messi a disposizione dalla Serenissima.
- Chi anticipa i capitali necessari e come si prevede di reperire i fondi?
Il traforo sarà realizzato in project financing, quindi il finanziamento sarà a carico del concessionario, il quale recupererà il capitale investito attraverso il pedaggiamento dell’opera e coi ricavi delle ulteriori opere di compensazione: 150 mila metri quadrati per il parcheggio scambiatore del Saval (1300 posti auto), una foresteria, un parcheggio per 130 camion a Verona nord con annesso albergo e auditorium per camionisti, fastfood, autogrill, pompe di benzina…
Ultimamente si sta parlando di un contributo di 52 milioni della A4 e di circa 30 dell’A22, niente di sicuro.
Ultimamente si sta parlando di un contributo di 52 milioni della A4 e di circa 30 dell’A22, niente di sicuro.
- Chi pagherà di fatto i costi del traforo e in che maniera?
Il traforo sarà pagato dai cittadini che utilizzeranno il traforo e le varie opere di compensazione. Da chi lascerà l’auto nel parcheggio del Saval e pagherà un euro all’ora (quando invece un parcheggio scambiatore dovrebbe essere gratuito per incentivarne l’utilizzo e gli eventuali ricavi dovrebbero servire per finanziare il trasporto alternativo all’automobile e non il traforo), da chi utilizzerà la foresteria e le altre opere di compensazione (parliamo di una foresteria per i parenti dei degenti dell’ ospedale all’interno di un parcheggio scambiatore il cui ricavo finanzierà il traforo).
- Chi ha determinato i flussi di traffico sul traforo e sono pubblici questi dati?
Ad oggi gli unici dati ufficiali son quelli del promotore … come chiedere a un salumiere se il suo prosciutto è buono. Il Comune, comunque, ha commissionato a Sisplan nel luglio 2009 il nuovo piano generale del traffico urbano (PGTU) che dovrebbe essere stato consegnato – come da contratto – nel febbraio 2010. Il piano dovrebbe anche giustificare il traforo e spiegare quali archi saranno decongestionati e quali peggioreranno, come varierà il tempo e velocità medie di spostamento per i cittadini di Verona. Dovrebbe spiegare se la congestione di Veronetta è data da traffico di attraversamento o interquartierale. Corsi continua a dire che i dati son confortanti, ma continua a tenere lo studio secretato.
La cosa probabile è che la congestione aumenterà a dismisura nelle arterie adiacenti ai caselli: via Fincato da una parte e ponte del Saval, via Cristoforo Colombo e Corso Milano dall’ altra. L’incrocio di Corso Milano con via C. Colombo sarà drammaticamente congestionato.
Se il documento non è ancora pubblico vien da pensare che contenga informazioni che non è opportuno far conoscere prima dell’approvazione della variante urbanistica sul traforo.
E’ comunque molto curioso che la decisione di fare il traforo sia venuta molto prima di conoscere i risultati dello studio sui flussi del traffico.
E’ comunque molto curioso che la decisione di fare il traforo sia venuta molto prima di conoscere i risultati dello studio sui flussi del traffico.
- Cosa succederà nel caso queste previsioni siano sbagliate per difetto?
In questo caso risulterà evidente a tutti che il passante nord non serve per decongestionare Veronetta bensì per collegare due caselli autostradali: Verona nord con Verona est.
- La bozza di convenzione mette il Comune al sicuro dagli imprevisti?
Assolutamente no: tutti i rischi d’impresa, gli imprevisti, sono a carico dell’amministrazione comunale: ritrovamenti archeologici, problemi idrogeologici, variazione dei tassi di interesse, problemi dei mercati finanziari e quanto altro non previsto sarà il presupposto per la ridiscussione del piano economico finanziario (che è secretato) con un prolungamento della concessione (ora 48 anni), aumento del pedaggio e nuove aree di compensazione per costruirci nuovi alberghi, parcheggi, fast food, autogrill … Di fatto tutta la progettazione urbanistica della parte nord di Verona sarà condizionata dalle necessità di un’opera inutile alla città.
L’assessore ha sostenuto giovedì che la bozza di convenzione sarà rifatta, ma ad oggi l’unica approvata dalla giunta e sottoscritta da Technital prevede queste clausole capestro che non hanno convinto neanche l’avvocato Cancrini incaricato dall’amministrazione ad esprimere un parere.
- Quali imprevisti ad oggi rimangono scoperti e possono comportare un aggravio di spesa?
Tutti quelli indicati dalla bozza. La soprintendenza ha indicato la zona “ad alto rischio archeologico”, i mercati finanziari sono traballanti, i tassi di interesse son già aumentati, le piogge ci hanno già allagato le cantine e i campi di Avesa … Quindi è certo che i 436 milioni son destinati ad aumentare …
- La vendita di automobili è in calo da due anni e anche gli introiti delle autostrade (al netto degli aumenti). In che maniera questo scenario influirà sui piani economici del traforo?
Il piano economico finanziario si regge anche sui pedaggi. Quindi se i flussi di traffico caleranno (perché ci saranno meno auto o perché l’amministrazione deciderà di investire sul trasporto pubblico) il piano economico finanziario dovrà essere ridiscusso.
- Quale è il tuo giudizio sulla trasparenza degli atti amministrativi relativi al traforo e in che misura la cittadinanza è effettivamente informata sull’ iter di tali atti amministrativi?
Ottenere le informazioni è un’impresa da detective. Solamente a luglio gran parte della documentazione del progetto preliminare è stata resa disponibile per i cittadini che volevano presentare osservazioni alla variante urbanistica. Poche settimane utili in piena estate, senza la possibilità di accedere alla parte finanziaria del progetto. Secretati rimangono ancora il PGTU e il PEF … e va notato che le parole “piano economico finanziario” son presenti 17 volte su 18 pagine della bozza di convenzione. Come può un consiglio comunale deliberare se non ha accesso ai documenti?
Trasparenza è una cosa differente: organizzare incontri e mostre dove il progetto viene esposto, coinvolgere i cittadini nella scelta con gruppi di lavoro e, perché no, un referendum che viene osteggiato a tutti i costi … utilizzando i migliori avvocati sulla piazza. Ma se sono così convinti che tutti i veronesi lo vogliono, perché tutta questa paura di mostrare le carte e di fare il referendum?
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