18 aprile 2010

SCUOLABUS E RETTE.


Dopo essere stato comunque relatore al Corso organizzato dal Comitato Provinciale per l'Unicef  e dall'Università di Verona, nel quale avrebbe dovuto parlare di come la Convenzione sui diritti dell'infanzia è applicata a Verona (e si è invece limitato, senza peraltro nominare  il reato di razzismo per cui è stato condannato con sentenza definitiva, a difendersi sbandierando la sua 'buona amministrazione'), ecco un ottimo esempio concreto di come il Sindaco e l'amministrazione di Verona intendono rispettare e promuovere il 'superiore interesse del fanciullo', che dovrebbe guidare ogni scelta che riguarda i bambini e le bambine.
Nessuna mancanza o colpa degli adulti, può essere fatta pagare in nessun modo a bambine di 4 anni!!!!


Tiziana Valpiana



L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA

Sabato 17 Aprile 2010
CRONACA Pagina 9

MATERNE NELLA BUFERA. Riflettori da tutta Italia puntati sulla città. Sull’episodio indagano «Annozero» e «Mi manda Raitre»
«Il caso scuolabus per noi non esiste» Il sindaco: «Nessun bimbo è stato lasciato a piedi. Le modalità adottate? Il Comune non c’entra» Riflettori puntati da tutta Italia su Verona per il caso delle due sorelline dell’asilo Villa Are non fatte salire sul pullmino per rientrare a casa, di cui ha riferito L’Arena giovedì. Lo trattano giornali e telegiornali nazionali. Se ne occupano le trasmissioni Anno Zero diretta da Michele Santoro e Mi manda Raitre condotta da Andrea Vianello. Nei corridoi del municipio anche ieri non si parlava d’altro.
Il Comune difende il suo operato. Rincarando la dose a sua discolpa, come hanno già fatto l’assessore all’istruzione Alberto Benetti e il sindaco Flavio Tosi. Al punto che, intervenuto per telefono al Tg5, parla di «caso inesistente», come conferma intervistato da noi e come ribadisce in una nota inviata dal Comune.
RITARDI. «Nessun bambino è stato lasciato a piedi, come qualcuno ha voluto far credere e sulle due bambine frequentanti Villa Are è stato strumentalmente montato un caso che non esiste», afferma Tosi. «Il 9 aprile scorso, come anche nei giorni successivi, le bambine sono state accompagnate a scuola dai genitori, che le hanno poi riaccompagnate a casa nel pomeriggio, essendo stati ampiamente e tempestivamente informati — 14 lettere di posta prioritaria, 7 lettere raccomandate A.R. e, nell’intervallo di tempo tra le lettere di posta prioritaria e le lettere A.R., 7 telefonate — che il servizio per loro era stato interrotto per morosità. Spiace che qualcuno, per criticare il Comune, abbia portato alla luce una vicenda che, per quanto disdicevole, aveva il diritto di restare privata».
Il sindaco smentisce anche quanto dichiarato al nostro giornale ieri dal padre delle bambine. «Un ritardo nei pagamenti non di una rata, come ha detto la famiglia interessata, ma di quasi tutte le rate, per un ammontare complessivo di 2.449 euro», aggiunge Tosi, «e nemmeno è vero che sia accaduto una volta sola, per un disguido, dato che la rata più lontana da pagare risale al 2005 e considerando che il nucleo familiare, certamente non disagiato, si è dimostrato accorto nell’usufruire di tutte le possibili agevolazioni per chi ha più figli nella stessa scuola d’infanzia. Su 1.117 famiglie che usufruiscono del servizio di trasporto», conclude Tosi, «sono solo 8, per 11 bimbi in tutto, quelle che, senza aver diritto alla gratuità, non hanno ancora saldato il debito con il Comune».
METODI. Al di là delle motivazioni economico-amministrative, però, continua a far discutere la modalità utilizzata con le bambine. Non si sarebbe potuto evitare di esporle al rifiuto di essere trasportate a casa, quel giorno — chiediamo al sindaco — nonostante non potessero salire sul pullmino, attendendo invece che i familiari venissero a prenderle? «Ma questo», risponde Tosi, «non dipende dall’Amministrazione comunale».E.G.


Sabato 17 Aprile 2010
CRONACA Pagina 9

«Quel giorno ho notato un forte imbarazzo sul volto delle maestre»
Il pullmino parte dall'asilo comunale Villa Are con i suoi piccoli passeggeri. Alunni in regola con i conti, verrebbe da aggiungere. Sembra un giorno come tanti altri, ma il caso delle due sorelline lasciate a piedi dallo scuolabus, causa l'insolvenza dei loro genitori nel pagamento delle rette, si arricchisce di nuovi commenti. Se maestre e autista restano in silenzio, ieri a parlare sono stati alcuni rappresentanti del Coordinamento genitori democratici: Andrea Turco e Francesca Cellina. Hanno rivolto le loro dichiarazioni anche ai giornalisti giunti da fuori, come quelli del Tg3. Si dicono favorevoli al fatto che il Comune persegua chi non paga. Ma puntano il dito contro «la modalità brutale scelta per raggiungere l'obiettivo, cioè con il coinvolgimento dei figli nella punizione dei genitori insolventi».
«Non ci si rende conto dell'umiliazione cui vengono sottoposti bambini, peraltro piccolissimi», commenta Turco. «È grave, inoltre, che sia stato dato ordine alle maestre di obbedire ciecamente senza proferire parola. Il clima che questo assessorato sta creando nelle scuole dell'infanzia», aggiunge, «non promuove certo un ambiente costruttivo, come quello che vor remmo per i nostri figli». Turco parla dell'episodio come della «goccia che ha fatto traboccare il vaso. La nostra associazione è già sul piede di guerra per i tagli applicati dal Comune alle supplenze: cosa che costringe le maestre ad accorpare le classi e, talvolta, a telefonare ai genitori perché vengano a riprendersi i figli». Di questo e d'altro, annunciano i due coordinatori, si discuterà tra genitori e insegnanti in una riunione a fine mese.
Cellina, che a Villa Are è anche rappresentante di classe, ribadisce che «i bambini vanno lasciati fuori dalle questioni degli adulti, qual! unque colpa abbiano questi ultimi. La vicenda deve servire per cambiare immediatamente rotta». E le mamme cosa pensano? «Quel giorno sono arrivata subito dopo l'episodio», racconta una di loro, «in tempo per notare il forte imbarazzo sul volto delle maestre». E un'altra: «In famiglia viviamo con un solo stipendio da operaio, ma le rette le paghiamo. Però i bambini no, quelli non vanno mai coinvolti: anche i compagni delle due sorelline ci sono rimasti male».LO.CO.



Commenti

Anche se si trattasse di bambini figli di genitori ricchissimi, vale il principio che nessuno, tantomeno i bambini, possono essere mortificati per colpe dei genitori. Dover ribadire questo elementare diritto umano dei minori nel 2010 è sconsolante...ma da che gentaglia siamo amministrati? Un buon amministratore ha mille modi per far pagare chi ha soldi e per esentare chi non li ha, ma è più semplice spedire "solleciti a nastro" - come dice più sotto qualche penoso giustizialista di bambini - e poi ordinare di lasciare a piedi gli utenti, piuttosto che cercare di capire le cause delle inadempienze ed eventualmente - qualora già il Comune non le abbia adottate - decidere norme che pongano il debito della famiglia nei ruoli esattoriali, cioè eseguire la riscossione coattiva. E questo vale per tutti i servizi, ma certe amministrazioni comunali, come si vede, non sono all'altezza del ruolo, e preferiscono la scorciatoia e punire i bambini. E' questa la "civile" Verona?

Paolo Andreoli





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