19 marzo 2010

PASSANTE E CARRIOLE

L'Arena

18 marzo 2010

Traforo, marcia delle carriole
per dire no agli espropri

PASSANTE DELLE TORRICELLE. Sull'esempio dei terremotati de L'Aquila, domenica va in scena una clamorosa protesta. «Vogliamo riprenderci le nostre case». I 441 proprietari porteranno da porta Palio alla Bra carichi di terra, «simbolo di vita contro cemento e catrame simboli di morte»


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Sono già pronti con le carriole i partecipanti alla manifestazione di domenica FOTO MARCHIORI

 

Verona. Carriole contro il Traforo delle Torricelle. Sull'esempio dei terremotati dell'Aquila, il coordinamento che riunisce i 441 proprietari che subiranno l'esproprio dei terreni interessati dal progetto viabilistico e il comitato «contro il collegamento autostradale delle Torricelle» daranno vita domenica prossima ad una clamorosa protesta da Porta Palio a piazza Bra. I partecipanti alla marcia porteranno carriole piene di terra, «simbolo di vita contro il cemento e il catrame simboli di morte», ortaggi, frutta e fiori provenienti dai terreni che si trovano sul tragitto.
La manifestazione è stata presentata a Palazzo Barbieri, su ospitalità dei consiglieri del Pd, da alcuni rappresentanti degli espropriandi. Il ritrovo è fissato alle 11,30 alla chiesa di San Rocco per un «risotto del contadin». Alle 14,30 da Porta Palio comincia la «marcia delle carriole» fino alla Bra. Alle 15 «mani-festa-azione» davanti a Palazzo Barbieri. «Con le carriole», afferma Giorgio Merci, proprietario di un terreno in via Turbina a Boscomantico, «porteremo 441 sacchetti della terra dei nostri campi che fino ad oggi hanno garantito per molti di noi prosperità e sicurezza e che in futuro garantiranno ricchezza a pochi visto che ad una profondità di appena 70 centimetri si trovano ghiaia e sabbia di grande pregio». E aggiunge: «I conti ci dicono che per la parte a cielo aperto del passante nord ci sarà un furto alla natura e alle persone di 360mila metri quadrati di terra, a cui vanno aggiunti quelli previsti per le compensazioni: più di 40 campi da calcio». I rappresentanti degli espropriandi, inoltre, si dicono «beffati» dai politici. «Si continua a sostenere», affermano Giorgio Merci, Adriana Bertani, titolare di un'azienda agricola «che sarà distrutta» e Luigi Salgari viticoltore in località Sabbionara e discendente del celebre scrittore, «che non cambierà nulla, che mentre sotto terra scorrerà il serpentone di auto e camion, sopra il tunnel continueranno a crescere le rose, ma si nasconde ai cittadini che solo il 34 per cento del percorso del passante è in galleria o trincea coperta, mentre i restanti 9,2 chilometri, da via Preare a Verona nord passando da Boscomantico, rimarranno a cielo aperto, a pochi metri dalle nostre case, dalle nostre scuole e dai nostri asili».
I componenti del coordinamento chiedono che sul Traforo l'amministrazione comunale faccia un referendum. «Non è possibile», esclamano, «che 260mila cittadini siano espropriati del loro diritto a decidere in casa propria sull'utilità di un'opera che, più che snellire il traffico cittadino, porterà in città i camion di mezza Europa. E non ci si dica che lo stop al progetto costerebbe al Comune una penale di cinque milioni di euro, perché si tratta di un ragionamento ricattatorio».
La scelta delle carriole, dicono, vuole ricordare quella dei terremotati dell'Aquila. «Fatte le debite proporzioni», spiegano, «anche noi vogliamo riprenderci le nostre case e la nostra terra».
Enrico Santi

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