8 gennaio 2010

Poveri, la mensa del Camploy.


L'Arena
IL GIORNALE DI VERONA


Giovedì 07 Gennaio 2010
LETTERE Pagina 21

 
Notte ricca di novità quella della presentazione del bilancio del Comune di Verona. Di una si parla e si parlerà: è la decisione della Giunta e del Sindaco, per ora sospesa, di vendere parte del Palazzo del Capitanio. Ma ce n'è un'altra, della quale probabilmente non sentiremo parlare. Si tratta di un emendamento, evidentemente voluto da Sindaco e Giunta ed altrettanto evidentemente previsto e preparato da molto tempo, che prevede la vendita a AGEC della mensa per poveri del Camploy, edificio stimato 1,4 milioni.
Fino a 18 mesi fa la mensa forniva ogni giorno pasti caldi per un minimo di 60 persone.
E' stata chiusa per lavori. Gli utenti sono stati dirottati in altre mense gestite da privati, in particolare a quella dei frati del Barana. Allora l'assessore ai Servizi Sociali dichiarò che era per un periodo breve, per l'urgenza di interventi di riqualificazione. Siamo arrivati a questo punto!
Ora la scelta è definitiva.
Sandro Tartaglia, direttore di AGEC: "Nell'edificio sarà realizzato un deposito e vi si trasferiranno uffici".
Stefano Bertacco, assessore: "Per ora coabiteranno AGEC e due associazioni oggi ospitate nell'immobile. In futuro AGEC dovrà trovare loro una sede alternativa. Sul territorio abbiamo varie mense. Questa non è necessaria".
La linea dell'Amministrazione Tosi è chiara, prevedibile da parte del Sindaco, della sua Lista e dell'ex Forza Italia. Ma perché i Consiglieri dell'ex Alleanza nazionale, dell'Udc, quelli che si dicono cattolici e quelli con un minimo di sensibilità umana sono stati zitti e molti hanno votato senza fiatare? E la Chiesa veronese e i cittadini che vivono una tradizione solidaristica che ne pensano?
Il consigliere Giancarlo Montagnoli, del Partito Democratico, ha dichiarato: "Perché questo emendamento è stato presentato di notte? L'Amministrazione dice 'sì' se i servizi sono effettuati dal privato sociale, ma dismette quelli che gestiva in proprio".
Sta qui il problema: chi sono i "poveri"? Sono persone? La società può disinteressarsi di loro e affidarne la cura a gruppi della Chiesa cattolica, di altre comunità religiose, alle persone naturalmente propense all'attenzione agli 'ultimi'? O è la società come tale che si assume la responsabilità del loro reinserimento sociale o di creare le condizioni perché possano comunque vivere con la dignità che qualifica ogni persona umana?
Lo "Stato sociale" è da decenni una gloria della politica europea, che da tempo si fa carico di chi non ce la fa. Ora proprio Verona si mette alla testa del movimento del disprezzo della persona povera? E' meritorio ma non sufficiente dire cose belle a Natale e celebrare "l'ultimo con gli ultimi". Occorre battersi, come cittadini, perché uno dei capisaldi della nostra civiltà resti in piedi e non sia abbattuto.
Le conseguenze di una mentalità anti povero sono note. Proprio la notte dell'Epifania, a Venezia, un gruppo di giovanissimi ha tentato di bruciare una persona senza dimora. Lo stesso fatto si è verificato qualche mese fa, con conseguenze gravi. Se la società come tale non è al fianco del povero, per proteggerlo, ma si chiama fuori, il povero diventa bersaglio da colpire, meglio se ridendo.
 
Tito Brunelli
VERONA

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