e p.c. tramite gli organi di stampa
a tutti/e i/le cittadini/e veronesi,
scrivo queste poche righe per denunciare quello che, ai miei occhi, appare come un mastodontico doppiopesisimo. Mastodontico e insopportabile.
L'uso delle mail istituzionali (quella del Comune di Verona come quella di qualsiasi Ente/Azienda pubblica o privata) è consentito per motivi, appunto, istituzionali e/o di lavoro. Questo è sempre ben specificato nelle "Condizioni d'utilizzo della mail istituzionale" che si firmano quando vengono consegnate le credenziali per accedere al sistema interno.
Io stesso (me tapino!) ho commesso l'ingenuità di non considerare questo (importantissimo) aspetto della questione. Qualche mese fa scrissi una mail al Rettore dell'Università di Verona (prof. Alessandro Mazzucco) usando, appunto, l'account di posta elettronica fornitomi dal Comune di Verona (allora prestavo servizio presso la Biblioteca Civica di Verona).
Colto in flagrante dai solerti tecnici informatici dell'amministrazion
È così che infatti da una settimana all'altra mi sono ritrovato a dover lasciare la mia casa, la mia città, i parenti e gli amici per trasferirmi a Firenze (+ di 200 km da Verona!) dove ora ho (forzatamente) dovuto cominciare a costruirmi una nuova vita.
Ma non mi sono lamentato; l'errore (anzi, più propriamente si tratta di un'ingenuità) l'ho effettivamente commesso e così ho accettato il trasferimento.
Ora però vengo a sapere che il sig. Massimo Mariotti (che non è, come me, un semplice operatore di Front-Office ma ricopre la carica di Presidente dell'ente pubblico dei trasporti) per la stessa cosa ha ricevuto (forse) una tirata d'orecchi.
A ben guardare si potrebbe dire che non è neanche la stessa cosa: io, in qualità di rappresentante degli studenti (eletto con regolari elezioni), mi sono limitato a chiedere spiegazioni al Rettore circa l'uso dell'Aula Magna dell'Ateneo in occasione di conferenze o convegni (peraltro il Rettore ha risposto concordando nel merito con le mie osservazioni) mentre il sig. Massimo Mariotti ha scritto pubblicizzando una festa (privata) in occasione dell'anniversario della marcia su Roma e dell'impresa di Fiume (ma l'apologia di fascismo non è reato?).
Ora il sig. Massimo Mariotti torna sui giornali per questa "bella" iniziativa di abbellire calendari e divise con simboli smaccatamente fascisti (X MAS e SS italiane). Se devo commisurare il suo delitto alla pena inflitta a me, devo pensare che sia stato trasferito (almeno!) in Sicilia. Ma non mi risulta.
Cosa devo quindi pensare? Che la legge non è uguale per tutti? Che se sei il presidente di un Ente Pubblico non avrai lo stesso trattamento di tutti gli altri dipendenti comunali? Mi risulta che il sig. Massimo Mariotti riceva un'indennità in qualità di presidente dell'AMT (pagata con le tasse dei cittadini), esattamente come tutti i dipendenti pubblici. E quindi, signor sindaco (nonchè tutore della legalità), qual è la risposta a queste semplici domande? La legge è uguale per tutti? Qual'è stata la pena inflitta al sig. Massimo Mariotti?
Non voglio neanche pensare che la punizione che mi è toccata (che definire sproporzionata non è forse esagerato) sia dovuta più che alla mail in questione al fatto che il mio nome è stato più volte associato (spesso a sproposito) nelle cronache dei giornali cittadini con "l'affaire Piazza Dante e i bonghi" e che quindi Lei mi veda come un avversario politico e abbia approfittato della mia ingenuità per "sbarazzarsi" di quello che probabilmente pensava essere (sbagliando!
Ma perché non lo pensi, e perché non lo pensino i/le cittadini/e veronesi, è necessaria a mio avviso una presa di posizione ben chiara. Non può pensare di cavarsela con un "Porterò il caso in Giunta".
Altrimenti sarò costretto, alla luce di questo sistema di 2 pesi e 2 misure, ad interpretare tutta questa faccenda come un preoccupante segnale di cedimento dell'architrave democratico che regge il nostro paese e la nostra città.
distinti saluti (da Firenze)
Jack Salbego
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