27 dicembre 2009

La scomparsa del Consiglio Comunale, Zenti e Babbo Natale, e altro.

A Radio Popolare il  22 dicembre 2009

Per la discussione e approvazione del Bilancio del Comune di Verona, Bilancio che decide quanti dei nostri soldi saranno spesi e come saranno spesi, il giornale “L'Arena “ ha dedicato l'altro ieri una pagina.
E solo una ventina di righe, o poco più, per le proposte, o le critiche, dei consiglieri di minoranza, proposte e critiche che, in questo modo, sono apparse poco comprensibili nelle loro motivazioni.
Il resto della pagina alla Giunta. Poco anche ai consiglieri di maggioranza.
Per il resto dell'anno niente o quasi. Solo la presenza giornaliera, ossessiva, per 365 giorni, del sindaco Tosi e dei suoi assessori.
Io non credo che consiglieri di minoranza, esperti e di lunga militanza politica, come Pozzerle, Zerbato, Uboldi, Perini e altri non abbiano suggerimenti o critiche o proposte sulle quali chiedere che si discuta in Consiglio. Sono anzi convinto, anzi so, perché qualche volta assisto alle sedute, che tutti i consiglieri di minoranza intervengono e affrontano i temi in discussione.
Il problema è un altro. E' che “L'Arena” é interessata quasi esclusivamente a Tosi e ai suoi amici.
Una volta, non un secolo fa, ma fino a sei, sette anni fa, “a Consiglio Comunale aperto” ,cioè in seduta pubblica, erano presenti giornalisti e televisioni e “L'Arena” riportava, pur in sintesi e pur sempre con un occhio di riguardo per la maggioranza del momento, gli interventi dei consiglieri e così i cittadini- elettori riuscivano a sapere qualcosa di quello che facevano i loro eletti.
Cioè c'era un rapporto continuo, seppure indiretto, tra i cittadini e i loro rappresentanti; poco, ma qualcosa c'era. Ora non più. Solo poche righe ogni tanto.
E' stata una scelta del giornale.
Il Rengo, l'antica campana della torre dei Lamberti in piazza Erbe, i cui solenni rintocchi da secoli avvertono i cittadini veronesi che qualcosa di importante è successo o sta succedendo, suona, ancora oggi, per dire che, si riunirà il Consiglio Comunale.
Ma, oggi, la voce del Rengo assomiglia a quella di una campana a morto perché il Consiglio Comunale è scomparso. Così come sta scomparendo il Parlamento. Ci sono solo Berlusconi e compari a Roma e solo Tosi e compari a Verona.
Ora nessuno si illude, e tanto meno chi ha una qualche esperienza, che basti avere visibilità nelle pagine de “L'Arena” o apparire sugli schermi di Telearena o TeleNuovo per “esserci”politicamente.
Ci vuole ben altro e Tosi lo sa tanto è vero che lui e compagnia sono sempre in giro tra la gente ma serve anche questo, servono anche i giornali e le televisioni.
E allora perché i consiglieri di opposizione non protestano pubblicamente non alzano la voce con la informazione locale?
Hanno paura di essere ancor più oscurati? Più oscurati di come sono ora è impossibile.
E poi perché i consiglieri di minoranza, con una parte dei loro gettoni di presenza e anche con qualche aiuto finanziario dei loro rappresentanti in Parlamento, non pubblicano, almeno due o tre volte l'anno, un foglio, un bollettino da mandare a tutte le famiglie della città per far conoscere quello che si potrebbe fare per affrontare i problemi della città e, per dirne uno, il problema del lavoro problema al quale la Giunta Tosi neanche ci pensa?
Farlo una volta sola alla vigilia delle elezioni non serve, può essere controproducente, anzi lo sarebbe di sicuro.

Cambiamo argomento. Non è un argomento nuovo ma non è colpa mia.

Zenti, il vescovo Zenti, ce l'ha con Babbo Natale. A Copenaghen i potenti del mondo non si mettono d'accordo su come salvare il pianeta ma lui pensa a Babbo Natale e, nell'incontro con i politici e amministratori veronesi in Seminario, dice: “Non ho nulla contro Babbo Natale ma lo si potrebbe festeggiare non il 25 dicembre ma un po' più avanti in occasione del carnevale”.
A nessuno sfugge la delicatezza e signorilità della proposta che, immediatamente, suscita l'invidia di Borghezio il quale si chiede: “ Ma perché questa idea non è venuta a me!”
Interi popoli hanno la tradizione natalizia impersonata da Babbo Natale, milioni e milioni di bambini, oramai anche da noi,”aspettano Babbo Natale che porta doni”.
Si può non essere d'accordo e rimpiangere i tempi in cui i doni li portava Gesù bambino o, come da noi, santa Lucia e il Natale non era preda di un forsennato consumismo ma non si può proporre, con volgare irrisione, di far sfilare Babbo Natale il “ venerdì gnocolar” con il Papà del gnoco, le marjorettes diVillafranca, il Duca della Pignata e il Re del Torbolin.
Il comitato del carnevale, carnevale che ha cinque secoli di storia, ha detto subito di no e Pietro Robbi il cittadino di San Zeno che ha vestito i panni del Papà del Gnoco nell'ultimo carnevale, ha detto : “Mi sembra sbagliato voler accostare una figura come quella di Babbo Natale, comunque legata ad un rito ed a un momento religioso, a una festa pagana e profana come il nostro carnevale”.
Il carnevale veronese non mi piace più, è diventato cortigiano del potere ma in questa occasione il suo comitato ha risposto come si deve al vescovo Zenti il quale però, per la parte del suo discorso sui temi della politica, rivolto ai politici presenti in Seminario ha avuto invece il plauso del capogruppo del PDL-AN Ciro Maschio “...il vescovo è in piena sintonia con il nostro programma e di Governo e di Amministrazione comunale”.
Non c'erano dubbi.

Su “L'Arena”, ogni settimana, come se non ne bastasse uno, scrive anche un altro vescovo, Pietro Nonis, di Vicenza.
Ieri ha scritto, tra altre cose, per evidenziare che l'Italia va male: “ ... abbiamo un Parlamento nel quale di recente è stata mandata, senza meriti politici, una signora che aveva solo il pregio d'essere madre di un giovane ucciso da un carabiniere contro il quale quello aveva pericolosamente issato un estintore”.
Aveva solo il pregio...quasi una fortuna.
Haidi Giuliani, la mamma di Carlo, il ragazzo ucciso, dopo il G8 di Genova del 2001 ha svolto una costante attività e un sofferto impegno politico in tutta Italia e, nel 2006, è stata eletta al Senato. Dunque Nonis, con greve perfidia, dice il falso. Se ci fossero l'aldilà e l'inferno Nonis avrebbe il posto assicurato ma lui, Nonis, il vescovo Nonis, lo sa bene che non c'è né l'uno né l'altro.
Nonis, a differenza di qualche suo collega, ha fama di essere persona colta.
Il che rende ancora più indecente quello che ha scritto.

Giorgio Bragaja







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