25 giugno 2009

ITALIA NOSTRA, SEZIONE DI VERONA

Verona 22.06.2009


Ho letto con attenzione le interviste al sindaco Tosi ed all’ex sindaco Zanotto. Devo sottolineare che nessuna delle due mi ha convinto. Purtroppo sono quindici anni che le quattro amministrazioni che si sono succedute hanno tralasciato di considerare che il territorio è un patrimonio collettivo e che va tutelato.
Verona ha necessità di un serio sistema di trasporto pubblico, ma la tramvia è stata prima ritardata (amm. Zanotto), poi bocciata (amm. Tosi).
Le colline, le aree limitrofe all’Adige e le zone che accompagnano la corona di mura andrebbero protette con l’istituzione di parchi, ma sono sorti centinaia di finti annessi rustici in collina (amm. Zanotto) e si è evitato di impegnarsi con l’istituzione dei parchi (amm. Tosi.).
La scelta di definire la quantità di mc di terziario, di direzionale e di residenziale da costruire dovrebbe derivare da analisi oggettive. Entrambe le amministrazioni hanno ipotizzato un aumento di popolazione di circa 10mila unità per quinquennio, raggiungendo le 300.000 unità nel 2021, cifra poco credibile. Ed hanno previsto aree di nuova edificazione per un aumento di 25.000 abitanti in circa 10 anni. (Entrambe le amm.)
E’ necessaria una moratoria per le nuove costruzioni sino a che non saranno messe sul mercato tutte le abitazioni sfitte e recuperato il vecchio patrimonio edilizio non e sottoutilizzato. Nel solo Comune di Verona si sono registrate parecchie migliaia di appartamenti non utilizzati. Inoltre una buona parte del patrimonio edilizio militare e/o produttivo del centro storico, potrebbe essere riconvertito in residenziale, concedendo alle cooperative edifici quali le ex caserme, per recuperarli in appartamenti di edilizia economica popolare in base alla legge 167. In questo modo il centro storico sarebbe rivitalizzato dalla presenza di coppie giovani e di bambini (nessuna amministrazione ha mai preso in seria considerazione questa proposta.)
Con il restauro e la ristrutturazione dell’esistente l’economia non subirebbe danni ed il territorio sarebbe tutelato.
Il sistema della mobilità: è ormai appurato che il traffico è la prima causa dell’inquinamento atmosferico della nostra città. Per molti politici ed uomini d’affari risulta comodo e conveniente tentare di convincere la gente che esiste l’opera che risolve da sola i problemi della mobilità cittadina, la panacea a tutti i mali: il traforo della collina. In realtà per togliere il traffico da Verona occorrono tanti interventi coordinati e soprattutto è necessario modificare alcuni dei nostri modelli comportamentali. I migliori tecnici che hanno studiato la mobilità della nostra città hanno proposto un sistema che prevedeva un efficiente sistema di trasporto pubblico, la tramvia, la pedonalizzazione del centro storico ed un razionale piano parcheggi. Gli studi fatti dagli uffici della pubblica amministrazione denunciano la quasi inutilità del traforo e consigliano un sistema di trasporto pubblico, ma Tosi insiste su questo progetto inutile e dannoso. (amm. Tosi)
Le aree dismesse: le ex Cartiere Verona in Basso Acquar, l’ex Foro Boario, le ex Officine Adige, l’ex Manifattura Tabacchi, gli ex Mercati Ortofrutticoli gli ex Magazzini Generali, lo Scalo Merci della Ferrovia a Verona sud e gli ex stabilimenti Pasqua e Tiberghien in Borgo Venezia, .avrebbero potuto rappresentare le migliori opportunità per trasformare Verona in una città di alta qualità urbana se la Pubblica Amministrazione locale avesse chiaramente prescritto le norme e le destinazioni d’uso a cui attenersi sulla base di obiettive analisi sulle reali necessità del territorio. (entrambe le amministrazioni)
Le ex Cartiere Verona: in un’area di circa 150.000 mq., è stata recentemente approvata la lottizzazione di una city con 300.000 metri cubi di nuova cementificazione, che ospiterà 70 negozi per 15.000 mq., 12 bar e ristoranti, palestre, centri per il fitness, multisale cinematografiche per 4600 mq. e uffici per trentamila mq. Da tenere conto che in quella zona andranno giornalmente a lavorare circa 1500 persone e molte altre migliaia vi arriveranno con le loro automobili per usufruire dei servizi commerciali e direzionali. Sarà il caos viabilistico. Tutto questo significa stravolgere i già precari equilibri urbanistici e sociali della nostra città. (amm. Tosi)
Il sistema degli edifici storici: prima di qualsiasi scelta per realizzare nuove edificazioni, sarebbe stato utile capire quali risposte si sarebbero potute ricavare dai nostri cosiddetti contenitori monumentali. La loro ampiezza, le caratteristiche architettoniche e la localizzazione ne fanno delle preziosissime opportunità per dotare Verona di quegli spazi per la cultura, le esposizione, i congressi ed i musei che sono necessari per permetterle di fare il salto di qualità che da anni si auspica. (Entrambe le amministrazioni lo hanno ignorato.)
Passalacqua: avremmo avuto la meravigliosa opportunità di realizzare un vero e proprio campus universitario nel centro storico della città. Quante altre città se lo possono permettere in Europa? Poche, molto poche. Ma i nostri attuali amministratori regalano alla speculazione edilizia privata la possibilità di costruire 140 appartamenti, oltre ai 103 di edilizia convenzionata e sovvenzionata. Assurdo. Anziché realizzare una cittadella degli studi aperta alla città, ci ritroveremo una barriera di edifici che di fatto isolano la zona da tutto il resto. L’idea di creare un campus viene così definitivamente accantonata per realizzare un nuovo borgo che all’interno ha, per puro caso, degli spazi per l’università.(amm. Tosi)
Arsenale: La proposta della passata Giunta di ristrutturare l’Arsenale, realizzando all’interno della vecchia struttura austriaca dei volumi nuovi, con un linguaggio architettonico contemporaneo, più adatto per contesti diversi rispetto a quello omogeneo dell’antica architettura militare austriaca l’avevamo duramente contestata (amm. Zanotto).
Ma rinunciare alla realizzazione di un percorso museale-espositivo che partendo dal palazzo della Gran Guardia, continuando con il museo Maffeiano, con quello di Castelvecchio e terminando con il museo di scienze naturali all’Arsenale, per inserirvi uffici, significa non capire l’importanza per Verona di avere un ottimo ed omogeneo sistema museale. (amm. Tosi.)
Porte della Città Al Nassar di Parona. In una zona adiacente al fiume Adige e di possibile esondazione, è ipotizzata la costruzione su un area d’intervento di 72.399 mq. di un complesso abitativo, direzionale e commerciale composto di 11 fabbricati alti 11 metri con una superficie coperta di 6.780 mq. per la residenza e di 2 fabbricati di 11 metri con una cubatura di 24.930 mc. per una superficie coperta di 3.110 mq. di direzionale e commerciale. (Entrambe le amm.)
Polis – Paradeisòs. (scalo merci). L’importanza strategica della zona dello scalo merci della ferrovia, quale futuro parco urbano della città, con la possibilità di collegare, con percorsi pedonali e ciclabili, la stazione ferroviaria con la fiera e di ricongiungere tre quartieri da decenni separati, ci porta a contestare la scelta di costruire delle strutture edilizie per il direzionale, il terziario e la residenza. (Entrambe le amm.)
Verona sud. Dal piano Barbin dei primi anni ’90, al PRUSST, al conseguente piano Mancuso, alle ipotesi del professor Trame, per finire con il piano Gabrielli, non si è mai analizzato l’intero contesto in cui è inserita la Z.A.I. Il tanto decantato Polo Finanziario altro non era che una grossa operazione finanziario-immobiliare, che spostando le sedi di alcuni istituti bancari di fronte alla Fiera, permetteva di liberare dei preziosi edifici nel centro città. (amm.Zanotto)
Italia Nostra ha sempre sostenuto che se la fiera fosse rimasta nella sede attuale doveva avere spazi adeguati al suo sviluppo, oltre che un sistema di collegamento con i soli mezzi pubblici, per evitare il blocco stradale di tutta l’area nei giorni delle manifestazioni.

Forse sarà solamente un sogno, ma mi piacerebbe che le decisioni sull’uso del territorio non venissero più influenzate dalle competizioni politiche e dagli affari, ma fossero il prodotto di studi e di analisi seri ed oggettivi. Lo sforzo per tutelare la salute dell’aria, dell’acqua, della terra e per realizzare un sistema urbano ecologicamente equilibrato non ha colore politico e dovrebbe essere l’obiettivo da raggiungere per tutti coloro che vivono sul pianeta terra.


Giorgio Massignan (pres. prov. Italia Nostra)

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