13 gennaio 2009

C'E' DEL MARCIO A VERONA

Lettera a Italians, rubrica di Beppe Severgnini di Ernesto Kieffer
Gentile Beppe, gentili Italians,ci risiamo. Ancora una volta la mia bella Verona torna a far notizia per un fatto di cronaca. Nera. Sabato scorso un pestaggio nel pieno centro storico per poco non finiva in tragedia (e comunque, in particolare per una ragazza che pare abbia subito gravi lesioni a un occhio, tragedia comunque sarà). La matrice? A oggi,stando agli inquirenti, di stampo politico, of course. E come poteva essere altrimenti? Il pensiero di tutti è andato subito a Nicola Tommasoli, il povero ragazzo che nella primavera del 2008 venne massacrato a botte da un manipolo di ragazzini. Questa volta l'episodio è analogo. Nessun extracomunitario coinvolto, ma veronesi doc che si scannano fra di loro. L'amministrazione comunale ha sempre predicato SICUREZZA, e qualcosa, effettivamente in questi quasi due anni di regno ha fatto. Ma forse la lotta delle forze dell'ordine dovrebbe coinvolgere non solo certi quartieri, non solo certi ambienti, ma spaziare a tutto raggio, non tralasciando anche quelli considerati «normali» e che invece normali non lo sono affatto. Oramai non si può più parlare di casualità, coincidenze. Episodi di questo tipo, nel corso degli anni, sono diventati tanti, troppi. Evidentemente, parafrasando il Grande Bardo che con le sue opere ha reso la città famosa in tutto il mondo,
«C'è del marcio a Verona». Non in Danimarca. Non a Napoli. Non in Sicilia. Sì, proprio a Verona.

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