VERBALE RIUNIONE COMITATO ‘VERONA, CITTA’ APERTA’
1 dicembre 2008 h. 18,30
Tiziana Valpiana:
Dopo aver ringraziato l’Istituto Ferraris per la disponibilità, mettendo in evidenza un primo deficit democratico a Verona, dove non esiste una sala pubblica centrale e gratuita in cui cittadini e cittadine possano liberamente incontrarsi, fa un relazione di quanto fino ad ora fatto e deciso negli incontri precedenti, aprendo il dibattito all’apporto di nuove proposte e collaborazioni.
Lo scopo del nostro Comitato è prendere parola come cittadini e cittadine, mentre si vorrebbe vederci, sempre più silenziosi e passivi, subire senza ‘disturbare’ le scelte dell’amministrazione, delegando la gestione della vita nella città ai tanti ‘guardiani della sicurezza’.
A Verona dovremmo sentirci sicurissimi, seguiti ovunque, dalle telecamere, dalle ronde, dagli assistenti civici, dalle tante polizie municipali e non, dall’esercito; invece, si muore sempre di più, sul lavoro, in famiglia, a scuola, o ti ammazzano 5 ‘balordi’ (categoria che sembra aver sostituito quella dei delinquenti e degli assassini) per rendere elettrizzante una serata noiosa, o ti massacrano di botte (come successo qualche anno fa nella nostra città al Crea) o ti danno fuoco per divertimento, perchè sei un ‘barbone’, un emarginato, un diverso... Altrimenti, se non sei un cittadino ‘gradito’, ci pensano le ‘ordinanze’, a cacciarti, nasconderti, impedirti di vivere la città, se sei un ‘clandestino’, una donna schiavizzata, un mendicate, una rom, un senza fissa dimora... E quando la discriminazione, la solitudine, la diffidenza e la paura che si respirano ovunque si traducono in atto violento, si ricorre alla categoria dell’ ’inspiegabile’, per nascondere che quei comportamenti sono il frutto delle scelte politiche (dalla diffusione delle armi, alla caccia al diverso, dalla creazione del ‘nemico’, al familismo, alla ‘giustizia fai da te’...)
Bisogna svelare la relazione tra le politiche e i fatti e provare a contrastarle: per questo è nato il Comitato, che intende creare tra tutti quelli che non sopportano questa deriva ‘securitaria’ una rete di relazioni e condivisione.
Ecco, quindi, schematicamente che cosa fino ad oggi si è fatto e pensato di agire come comitato. Ora si tratta di concretizzarlo.
OBIETTIVI:
Esprimere il dissenso verso le scelte di Sindaco e Giunta in modo visibile a tutta l’opinione pubblica.
Coagulare lo scontento di molti cittadini e cittadine democratici per la gestione della nuova amministrazione, soprattutto nel campo della cosiddetta ‘sicurezza’ e dare ‘corpo’ alla loro indignazione.
Ribellarsi all’indifferenza e alla mancanza d’indignazione.
Rendere consapevole la cittadinanza di quanto l’ondata di proibizionismo sia inutile per garantire una migliore convivenza e volta a creare nemici, a distogliere l’attenzione dalle vere emergenze (economica, violenza nelle relazioni, traffico, vendita palazzi storici di proprietà collettiva, devastazione del territorio) e dai fallimenti (‘Louvre”, Commissariamento Fondazione Arena, Tramvia?, ecc.).
Educare alla cittadinanza, alla convivenza, alla convivialità.
Vincere le paure indotte
Riappropriarsi della piena cittadinanza
Resistere con la nonviolenza
STRUMENTI:
Appello (da estendere a più persone possibili. Aprirlo anche a chi non è di Verona? E’ arrivata, e ringraziamo chi se ne è fatto tramite, l’adesione di Gino Strada, Emergency. Apriamo alle firme anche di non residenti a Verona e provincia? Firme di appoggio?)
Nonviolenza
Ironia
Blog in cui sono presenti tutti i materiali del Comitato e andranno inseriti i documenti che si intendono diffondere (ordinanze, lettere e riflessioni di firmatari, notizie oscrate dai media,...)
incontri teorici:
Lettura ragionata del decreto sicurezza e delle ordinanze del Sindaco di Verona
Insicurezza reale, insicurezza costruita, insicurezza percepita. Lotta alla criminalità?
Teoria e pratica della disobbedienza civile (con filmato su azioni di disobbedienza civile e boicottaggi (Da Gandhi a Luther King, …a…Abbè Pierre)
Azioni dirette di disobbedienza civile molto giocose.
Creazione di un nucleo di persone motivate che prepari e gestisca le azioni
Osservatorio che tenga alta l’attenzione sulle opere dell’amministrazione (Osservatorio).
Concorso fotografico, aperto a tutti Verona, città aperta (Il vero degrado della mia Verona). I cittadini potranno documentare degrado e situazioni nella città che davvero minano la sicurezza di sentirsi cittadini liberi nella propria città e una didascalia descrittiva. Le foto saranno caricate sul blog e verranno poi stampate a insindacabile valutazione di una commissione (formata da firmatari dell’appello) per una mostra e una premiazione.
Da ultimo vanno sottolineati il problema dei
COSTI (che, peraltro si intendono contenere al massimo organizzando le iniziative in luoghi gratuiti e con relatori volontari e utilizzando le mail come principale canale di diffusione). Per i materiali di consumo e le piccole spse organizzative provederemo con sottoscrizioni di autofinanziamento e piccole iniziative redditizie (piccoli buffet a contributo alle iniziative pubbliche)
e delle RISORSE UMANE, cioè della disponibilità di persone che intendano lavorare e gestire singole parti o il coordinamento delle iniziative. Vedere la scheda degli impegni assunti a fine della riunione.
Interventi:
Cristina Antolini:
Chiede che le firme siano aperte anche ai cittadini e alle cittadine della provincia e che la ‘controinformazione’ non sia delegata al solo blog, ma anche a metodi più tradizionali ma più fruibili da tutti (banchetti, volantinaggi sugli autobus e alle fermate degli autobus, alle edicole la domenica mattina, davanti alle scuole per distribuire materiale informativo).
L’autobus è un ottimo osservatorio della città. Viaggiando si incontrano cittadini e situazioni di ogni tipo, si assiste a aggressività e violenza. Ai ‘vigilantes’ è stato affidato un compito di ‘colpevolizzazione’ dei ‘diversi’ e di allontanamento della ‘violenza’ (soprattutto govanile), non di prevenzione e risoluzione dei comportamenti violenti. Mettere in evidenza i costi e i risultati della figura del vigilante.
Miria Pericolosi:
Cercare di conoscere il mandato e i costi dei tutori della ‘sicurezza urbana partecipata’ e della polizia ubana che sempre più viene usata per l’ordine pblico invece che per regolamentare il traffico. Vedere se è legale la richiesta di documenti di identità da parte di queste figure.
Fare un’azione di disobbedienza civile eclatante per attirare l’attenzione della cittadinanza sul comitato e sui suoi temi.
Fiorenzo Fasoli:
Ci sono due strade per contrastare le ordinanze del Sindaco. Una, impugnarle davanti alla giustizia è molto costosa (circa 2000 euri) e ha tempi lunghissimi; l’altra, incorrere nella sanzione e poi ricorrere al giudice di pace per dimostrane l’illegittimità, presuppone un lavoro organizzativo e di solidarietà che il comitato può costruire.
Silvana Valpiana:
Mentre si sventola a proposito e a sproposito il fantasma della ‘sicurezza’, ogni giorno nella nostra città avvengono situazioni in cui la reale sicurezza del cittadino è messa in pericolo: in particolare dalla maleducazione e dal non rispetto delle norme da parte degli automobilisti ai danni di pedoni e ciclisti. Propone di chiedere a tutti i firmatari di denunciare puntualmente tutte queste situazioni reali di insicurezza (Polizia Municipale 0458078411) con una frase concordata (“Buongiorno. Chiamo a nome del Comitato ‘Verona, città aperta’ e chiedo l’intervento dei Vigili Urbani perché sto assistendo a ......). Questa azione può nascere in alleanza con gli Amici della Bicicletta.
Paolo Ferrari:
Importante avere una consulenza legale per conoscere la materia e per essere consci delle conseguenze e tutelati nelle azioni. Limitarsi al ‘disturbo’ può essere utile per farci conoscere nell’imediato, ma serve anche un lavoro di lunga lena per riostruire la coscienza etica dei cittadini. L’esperienza di ‘Fiori di Pace’ nel conflitto israeliano/palestinese potrebbe essere aplicata anche a Verona: far dialogare le due parti. Molti veronesi vivono la paura dell’estinzione, terrorizzati dalle paure indotte per l’invasione degli stranieri. Organizzare iniziative di dialogo tra ’vittime’ e ‘violenti’.
Giorgio Gabanizza:
Dobbiamo diffondere una cultura inclusiva, anche prendendo iniziative esemplari. Prima fra tutte la verifica dell’attendibilità e della costituzionalità delle ordinanze, attraverso una ricognizione attenta dei provvedimenti. L’impostazione del sindaco fa scuola (vedi incontro di Parma) e Decreto sicurezza.
Bruno Fini:
E’ importante non avere l’ambizione di fare troppe cose e concentrarsi sul tema ‘sicurezza’, iniziando a gennaio i 3 incontri teorici, poi si vedrà. Propone di sdoppiare il primo incontro, facendoci illustrare le ordinanze del Sindaco, ma anche la sentenza di condanna per razzismo al Sindaco.
Massimo Valpiana:
E’ importante scegliere le strategie del Comitato. Non essere solamente critici verso le politiche attuate dall’amministrazione, ma mettere in evidenza la nostra proposta e la nostra visione della sicurezza. Usare tutti gli spazi possibili e concessi sui media locali per arrivare a tutti e creare consenso alle nostre proposte. Mettere in evidenza con i nostri mezzi (blog, ma anche Facebook, molto seguito e già tanto utilizzato dal sindaco che ha decine di migliaia di ‘amici’) le omissioni della stampa veronese rispetto ai fallimenti dell’amministrazione.
Dino Poli:
Creare due osservatori sulle politiche dell’amministrazione
osservatorio normativo
osservatorio economico
che studino le scelte e gli effetti di queste scelte sulla città e che informino la cittadinanza anche attraverso un semplice foglio/bollettino delle contraddizioni normative tra divieti (per i ‘poveri’) e impunità (per i ‘ricchi’). Importare ‘buone pratiche’ già attuate in altri contesti civici, quali, per esempio, la ‘presenza amica’ nelle curve degli stadi. Promuovere le forme ‘positive’, quali per esempio la tifoseria del Chievo.
Adriano Campedelli:
Il Comitato è formato da adesioni a titolo individuale, ma propone di inviare l’appello per la firma ai Presidenti di tante Associazione della città affinché possano sottoporle ai loro associati.
Propone poi di seguire in particolare la questione ‘laicità’, intervenendo ogni qualvolta l’amministrazione comunale o le gerarchie cattoliche o di altre religioni la perdano di vista.
Giorgio Gabanizza:
Propone un’attenzione particolare all’applicazione del decreto Lanzillotta nelle aziende partecipate e pubbliche di Verona, dove i Consigli di amministrazione si sono aumentati le prebende, così come di altri sprechi della pubblica amministrazione (consulenze, luminarie, eccetera) fino ad arrivare a proporre un’autoriduzione delle tasse ai contribuenti sulla base degli sprechi, delle spese inutili, dei vantaggi personali degli amministratori.
1 dicembre 2008 h. 18,30
Tiziana Valpiana:
Dopo aver ringraziato l’Istituto Ferraris per la disponibilità, mettendo in evidenza un primo deficit democratico a Verona, dove non esiste una sala pubblica centrale e gratuita in cui cittadini e cittadine possano liberamente incontrarsi, fa un relazione di quanto fino ad ora fatto e deciso negli incontri precedenti, aprendo il dibattito all’apporto di nuove proposte e collaborazioni.
Lo scopo del nostro Comitato è prendere parola come cittadini e cittadine, mentre si vorrebbe vederci, sempre più silenziosi e passivi, subire senza ‘disturbare’ le scelte dell’amministrazione, delegando la gestione della vita nella città ai tanti ‘guardiani della sicurezza’.
A Verona dovremmo sentirci sicurissimi, seguiti ovunque, dalle telecamere, dalle ronde, dagli assistenti civici, dalle tante polizie municipali e non, dall’esercito; invece, si muore sempre di più, sul lavoro, in famiglia, a scuola, o ti ammazzano 5 ‘balordi’ (categoria che sembra aver sostituito quella dei delinquenti e degli assassini) per rendere elettrizzante una serata noiosa, o ti massacrano di botte (come successo qualche anno fa nella nostra città al Crea) o ti danno fuoco per divertimento, perchè sei un ‘barbone’, un emarginato, un diverso... Altrimenti, se non sei un cittadino ‘gradito’, ci pensano le ‘ordinanze’, a cacciarti, nasconderti, impedirti di vivere la città, se sei un ‘clandestino’, una donna schiavizzata, un mendicate, una rom, un senza fissa dimora... E quando la discriminazione, la solitudine, la diffidenza e la paura che si respirano ovunque si traducono in atto violento, si ricorre alla categoria dell’ ’inspiegabile’, per nascondere che quei comportamenti sono il frutto delle scelte politiche (dalla diffusione delle armi, alla caccia al diverso, dalla creazione del ‘nemico’, al familismo, alla ‘giustizia fai da te’...)
Bisogna svelare la relazione tra le politiche e i fatti e provare a contrastarle: per questo è nato il Comitato, che intende creare tra tutti quelli che non sopportano questa deriva ‘securitaria’ una rete di relazioni e condivisione.
Ecco, quindi, schematicamente che cosa fino ad oggi si è fatto e pensato di agire come comitato. Ora si tratta di concretizzarlo.
OBIETTIVI:
Esprimere il dissenso verso le scelte di Sindaco e Giunta in modo visibile a tutta l’opinione pubblica.
Coagulare lo scontento di molti cittadini e cittadine democratici per la gestione della nuova amministrazione, soprattutto nel campo della cosiddetta ‘sicurezza’ e dare ‘corpo’ alla loro indignazione.
Ribellarsi all’indifferenza e alla mancanza d’indignazione.
Rendere consapevole la cittadinanza di quanto l’ondata di proibizionismo sia inutile per garantire una migliore convivenza e volta a creare nemici, a distogliere l’attenzione dalle vere emergenze (economica, violenza nelle relazioni, traffico, vendita palazzi storici di proprietà collettiva, devastazione del territorio) e dai fallimenti (‘Louvre”, Commissariamento Fondazione Arena, Tramvia?, ecc.).
Educare alla cittadinanza, alla convivenza, alla convivialità.
Vincere le paure indotte
Riappropriarsi della piena cittadinanza
Resistere con la nonviolenza
STRUMENTI:
Appello (da estendere a più persone possibili. Aprirlo anche a chi non è di Verona? E’ arrivata, e ringraziamo chi se ne è fatto tramite, l’adesione di Gino Strada, Emergency. Apriamo alle firme anche di non residenti a Verona e provincia? Firme di appoggio?)
Nonviolenza
Ironia
Blog in cui sono presenti tutti i materiali del Comitato e andranno inseriti i documenti che si intendono diffondere (ordinanze, lettere e riflessioni di firmatari, notizie oscrate dai media,...)
incontri teorici:
Lettura ragionata del decreto sicurezza e delle ordinanze del Sindaco di Verona
Insicurezza reale, insicurezza costruita, insicurezza percepita. Lotta alla criminalità?
Teoria e pratica della disobbedienza civile (con filmato su azioni di disobbedienza civile e boicottaggi (Da Gandhi a Luther King, …a…Abbè Pierre)
Azioni dirette di disobbedienza civile molto giocose.
Creazione di un nucleo di persone motivate che prepari e gestisca le azioni
Osservatorio che tenga alta l’attenzione sulle opere dell’amministrazione (Osservatorio).
Concorso fotografico, aperto a tutti Verona, città aperta (Il vero degrado della mia Verona). I cittadini potranno documentare degrado e situazioni nella città che davvero minano la sicurezza di sentirsi cittadini liberi nella propria città e una didascalia descrittiva. Le foto saranno caricate sul blog e verranno poi stampate a insindacabile valutazione di una commissione (formata da firmatari dell’appello) per una mostra e una premiazione.
Da ultimo vanno sottolineati il problema dei
COSTI (che, peraltro si intendono contenere al massimo organizzando le iniziative in luoghi gratuiti e con relatori volontari e utilizzando le mail come principale canale di diffusione). Per i materiali di consumo e le piccole spse organizzative provederemo con sottoscrizioni di autofinanziamento e piccole iniziative redditizie (piccoli buffet a contributo alle iniziative pubbliche)
e delle RISORSE UMANE, cioè della disponibilità di persone che intendano lavorare e gestire singole parti o il coordinamento delle iniziative. Vedere la scheda degli impegni assunti a fine della riunione.
Interventi:
Cristina Antolini:
Chiede che le firme siano aperte anche ai cittadini e alle cittadine della provincia e che la ‘controinformazione’ non sia delegata al solo blog, ma anche a metodi più tradizionali ma più fruibili da tutti (banchetti, volantinaggi sugli autobus e alle fermate degli autobus, alle edicole la domenica mattina, davanti alle scuole per distribuire materiale informativo).
L’autobus è un ottimo osservatorio della città. Viaggiando si incontrano cittadini e situazioni di ogni tipo, si assiste a aggressività e violenza. Ai ‘vigilantes’ è stato affidato un compito di ‘colpevolizzazione’ dei ‘diversi’ e di allontanamento della ‘violenza’ (soprattutto govanile), non di prevenzione e risoluzione dei comportamenti violenti. Mettere in evidenza i costi e i risultati della figura del vigilante.
Miria Pericolosi:
Cercare di conoscere il mandato e i costi dei tutori della ‘sicurezza urbana partecipata’ e della polizia ubana che sempre più viene usata per l’ordine pblico invece che per regolamentare il traffico. Vedere se è legale la richiesta di documenti di identità da parte di queste figure.
Fare un’azione di disobbedienza civile eclatante per attirare l’attenzione della cittadinanza sul comitato e sui suoi temi.
Fiorenzo Fasoli:
Ci sono due strade per contrastare le ordinanze del Sindaco. Una, impugnarle davanti alla giustizia è molto costosa (circa 2000 euri) e ha tempi lunghissimi; l’altra, incorrere nella sanzione e poi ricorrere al giudice di pace per dimostrane l’illegittimità, presuppone un lavoro organizzativo e di solidarietà che il comitato può costruire.
Silvana Valpiana:
Mentre si sventola a proposito e a sproposito il fantasma della ‘sicurezza’, ogni giorno nella nostra città avvengono situazioni in cui la reale sicurezza del cittadino è messa in pericolo: in particolare dalla maleducazione e dal non rispetto delle norme da parte degli automobilisti ai danni di pedoni e ciclisti. Propone di chiedere a tutti i firmatari di denunciare puntualmente tutte queste situazioni reali di insicurezza (Polizia Municipale 0458078411) con una frase concordata (“Buongiorno. Chiamo a nome del Comitato ‘Verona, città aperta’ e chiedo l’intervento dei Vigili Urbani perché sto assistendo a ......). Questa azione può nascere in alleanza con gli Amici della Bicicletta.
Paolo Ferrari:
Importante avere una consulenza legale per conoscere la materia e per essere consci delle conseguenze e tutelati nelle azioni. Limitarsi al ‘disturbo’ può essere utile per farci conoscere nell’imediato, ma serve anche un lavoro di lunga lena per riostruire la coscienza etica dei cittadini. L’esperienza di ‘Fiori di Pace’ nel conflitto israeliano/palestinese potrebbe essere aplicata anche a Verona: far dialogare le due parti. Molti veronesi vivono la paura dell’estinzione, terrorizzati dalle paure indotte per l’invasione degli stranieri. Organizzare iniziative di dialogo tra ’vittime’ e ‘violenti’.
Giorgio Gabanizza:
Dobbiamo diffondere una cultura inclusiva, anche prendendo iniziative esemplari. Prima fra tutte la verifica dell’attendibilità e della costituzionalità delle ordinanze, attraverso una ricognizione attenta dei provvedimenti. L’impostazione del sindaco fa scuola (vedi incontro di Parma) e Decreto sicurezza.
Bruno Fini:
E’ importante non avere l’ambizione di fare troppe cose e concentrarsi sul tema ‘sicurezza’, iniziando a gennaio i 3 incontri teorici, poi si vedrà. Propone di sdoppiare il primo incontro, facendoci illustrare le ordinanze del Sindaco, ma anche la sentenza di condanna per razzismo al Sindaco.
Massimo Valpiana:
E’ importante scegliere le strategie del Comitato. Non essere solamente critici verso le politiche attuate dall’amministrazione, ma mettere in evidenza la nostra proposta e la nostra visione della sicurezza. Usare tutti gli spazi possibili e concessi sui media locali per arrivare a tutti e creare consenso alle nostre proposte. Mettere in evidenza con i nostri mezzi (blog, ma anche Facebook, molto seguito e già tanto utilizzato dal sindaco che ha decine di migliaia di ‘amici’) le omissioni della stampa veronese rispetto ai fallimenti dell’amministrazione.
Dino Poli:
Creare due osservatori sulle politiche dell’amministrazione
osservatorio normativo
osservatorio economico
che studino le scelte e gli effetti di queste scelte sulla città e che informino la cittadinanza anche attraverso un semplice foglio/bollettino delle contraddizioni normative tra divieti (per i ‘poveri’) e impunità (per i ‘ricchi’). Importare ‘buone pratiche’ già attuate in altri contesti civici, quali, per esempio, la ‘presenza amica’ nelle curve degli stadi. Promuovere le forme ‘positive’, quali per esempio la tifoseria del Chievo.
Adriano Campedelli:
Il Comitato è formato da adesioni a titolo individuale, ma propone di inviare l’appello per la firma ai Presidenti di tante Associazione della città affinché possano sottoporle ai loro associati.
Propone poi di seguire in particolare la questione ‘laicità’, intervenendo ogni qualvolta l’amministrazione comunale o le gerarchie cattoliche o di altre religioni la perdano di vista.
Giorgio Gabanizza:
Propone un’attenzione particolare all’applicazione del decreto Lanzillotta nelle aziende partecipate e pubbliche di Verona, dove i Consigli di amministrazione si sono aumentati le prebende, così come di altri sprechi della pubblica amministrazione (consulenze, luminarie, eccetera) fino ad arrivare a proporre un’autoriduzione delle tasse ai contribuenti sulla base degli sprechi, delle spese inutili, dei vantaggi personali degli amministratori.